I fumetti dell’umaghese Micheluzzi in mostra all’Irci di Trieste
Una mostra dedicata a un maestro del fumetto italiano: Attilio Micheluzzi da Umago, Istria. Dal 25 settembre al 7 novembre al Civico Museo della Civiltà Istriana fiumana dalmata in via Torino a Trieste.
Finché le storie a fumetti si definivano propriamente così, e non ancora “graphic novels”, c’erano in Italia non più di una mezza dozzina di indiscussi Maestri del Fumetto (e soprattutto del fumetto in bianco e nero, il più icastico): Hugo Pratt, Guido Crepax, Dino Battaglia, Sergio Toppi, Guido Buzzelli, ma anche Attilio Micheluzzi, benché la sua enorme produzione edita in albi e/o volumi fosse compresa e compressa in un arco di tempo assai limitato, i 18 anni tra il 1972 (anno della prima storia pubblicata sul “Corriere dei Ragazzi”) e il 1990 (anno della sua prematura scomparsa).
Micheluzzi era nato in Istria, a Umago, nel 1930: figlio di Anita Zacchigna e di un altro Attilio, nativo di Fiume, poi generale di divisione della Regia Aeronautica italiana, si sarebbe nutrito della passione paterna per il volo e gli aerei, seguendolo nelle varie città sedi di Comando (fra cui Trieste e Gorizia), ma sempre nutrendo – per sua stessa ammissione – una qual nostalgia per il mondo della Mitteleuropa, per la cultura e lo stile di vita di un’epoca “ancora legata per l’ombelico al glorioso ‘800”.
Fin da bambino Attilio junior dimostra un innato talento per il disegno, che gli fa realizzare assai presto storie illustrate, rimaste ovviamente inedite. L’avventura, le vicende belliche della prima e poi della seconda guerra mondiale, l’attrazione per tutto ciò che concerne il volo (e le battaglie aeree) connoteranno gran parte della sua opera più matura di illustratore, anche dopo la laurea in architettura conseguita a Napoli. Vivrà poi diverse esperienze professionali in paesi africani: Senegal, Nigeria, Marocco, Tunisia, finendo per venir espulso con la famiglia dalla Libia all’avvento del regime di Gheddafi.
Si stabilirà quindi a Napoli con la moglie e i figli e, dagli anni Settanta, si dedicherà esclusivamente all’invenzione di straordinari “romanzi” per immagini, spesso di ambientazione esotica, inventando personaggi di grande fascino quali il reporter Johnny Focus, l’avventuriero Marcel Labrume, la nobile e audace Petra chérie, protagonista di vicende talora inserite nel contesto fisico e storico dell’Adriatico, dei Balcani, della Turchia. E ancora, intensivamente, altri protagonisti: Capitan Erik, Rosso Stenton, Clarence “Babel” Man… Una bibliografia densissima, che comprende anche storie non devolute alle testate specializzate, ma destinate alla pubblicazione in volumi monotematici (“Siberia”, “Titanic”, “Mermoz”, “Bab El Mandeb”, “Afghanistan”), tutte contraddistinte da una precisa, minuziosa conoscenza dei luoghi, della Storia e delle vicende storiche. La morte lo coglie a Napoli, appena sessantenne, all’apice di una vicenda umana e artistica che ne fa, da subito, un classico del fumetto: amato, collezionato e studiato come ben pochi altri autori.
La mostra triestina propone un’ampia selezione delle tavole originali, fra cui tutte le 48 relative alla prima avventura di Marcel Labrume, assieme a una scelta delle tavole “sciolte” (dedicate soprattutto a insigni personaggi storici creati per “Il Giornalino”) e a due dei progetti architettonici elaborati da Micheluzzi al rientro in Italia dopo l’esperienza africana. La rassegna è corredata da un video di ricostruzione biografica dell’artista e da un video in loop relativo alle copertine degli album, molti dei quali sono a loro volta in esposizione.
Fonte: Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata