I vincitori del Premio Tanzella 2020
La XVII edizione del Premio Letterario Nazionale “Gen. Loris Tanzella”, istituito dal Comitato provinciale di Verona dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per divulgare e salvaguardare il patrimonio storico, artistico, linguistico che contraddistingue la cultura delle genti istriane, fiumane e dalmate, evento conclusivo del programma delle celebrazioni del Giorno del Ricordo, non ha potuto concludersi quest’anno con la consueta Cerimonia di Premiazione.
La Giuria del Premio, dopo aver preso atto che il quadro epidemiologico del coronavirus evidenziava, a partire dal mese di agosto, un preoccupante aumento dei contagi, ha stabilito di annullare la Cerimonia di premiazione fissata in data 9 ottobre scorso e di inviare ai premiati i riconoscimenti assegnati e precedentemente loro comunicati, auspicando che i vincitori di questa edizione possano presenziare alla prossima edizione del Premio in qualità di graditi ospiti.
Le opere finora pervenute nelle diverse edizioni del Premio Tanzella sono circa 500 e costituiscono, nella storia della letteratura giuliano-dalmata, un rilevante patrimonio di memorie individuali e storiche, di lingua, di arte, di musica, di teatro, di tradizioni.
Questa edizione del Premio Tanzella si è notevolmente distinta per la qualità delle numerose opere pervenute. Le autrici e gli autori che hanno presentato i lavori in questa edizione provengono da regioni del sud, del nord e del centro Italia e anche dalla lontanissima Australia, meta di un esodo ancora più drammatico.
Anche in questa edizione si è riconfermata una significativa partecipazione di autori che non hanno un legame personale con le terre del confine orientale, ma nel venire a conoscenza delle complesse vicende inerenti alla questione adriatica, sono riusciti a produrre opere anche di grande valore e pregio.
I componenti della Giuria del Premio, da me presieduta, sono i Consiglieri del Comitato di Verona ANVGD Tullia Manzin, Donatella Stefani Veronesi, Dolores Ribaudo e Giuseppe Piro.
Loredana Gioseffi
Presidente Comitato di Verona ANVGD – Presidente della Giuria del Premio
PREMIO ASSOLUTO
“Memorie di un marciatore” di Abdon Pamich
“Il nostro cuore è rimasto sempre nella Fiume dove siamo nati e non ha mai trovato pace”.
“Con queste toccanti parole l’uomo, l’esule, il campione Abdon Pamich conclude il suo avvincente racconto di una vita in marcia. Una marcia avventurosa, quella iniziata da bambino con il fratello Giovanni verso l’Italia, alla conquista della libertà, nella solitudine e nel doloroso distacco dal loro mondo. La narrazione, in cui i valori educativi dello sport si compenetrano in modo significativo con quelli della vita, scorre fluida, limpida sul filo della memoria di tante sfide, di tante marce vittoriose verso la conquista di traguardi sportivi ineguagliabili, di imprese memorabili come l’Oro Olimpico di Tokio, con i quali il campione Abdon Pamich ha onorato l’Italia tanto quanto l’ha amata come Patria”.
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
“L’amore nel fuoco della guerra”. Passione e voluttà, tradimenti e congiure nella Zara italiana
di Stefano Zecchi
“L’amore nel fuoco della guerra” completa la trilogia di romanzi ambientati dall’autore nei capoluoghi della regione istro-dalmata-quarnerina nel devastante contesto storico del secondo conflitto mondiale. Pola, Fiume e Zara diventano scenari d’intrecci narrativi di sentimenti, di storia e di politica in cui si sviluppano trame avvincenti e irrompono colpi di scena che sorprendono il lettore. Come dichiara l’autore, è un sentito vincolo quello che lo lega fin dall’infanzia al dramma dell’esodo, quando rimasero indelebili nella sua mente le immagini di tristezza e di sconforto dei profughi che fuggivano dall’Istria e sbarcavano a Venezia con il loro carico di sventura e di dolore. Il mondo degli esuli esprime all’autore profonda gratitudine per aver contribuito, con la qualità delle sue opere, a divulgare la causa giuliano-dalmata e ad aver dato voce alle sofferenze di un popolo dopo il lungo imperdonabile silenzio della Storia”.
SEZIONE RICERCHE STORICHE E STORIA DELL’ARTE
Primo Premio“L’arte dell’Adriatico orientale a Roma e nel Lazio dal V secolo ad oggi”
di Eufemia Giuliana Budicin, Maria Grazia Chiappori, Donatella Schurzel, Barbara Vinciguerra
“Gli studi sull’Arte dell’Adriatico orientale a Roma e nel Lazio dal V secolo ad oggi, che introducono ed accompagnano la Mostra tenutasi a Montalto di Castro nel luglio 2019, promossa e realizzata dal Comitato Provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, costituiscono un’ampia ed approfondita disamina della prolifica presenza di artisti giuliano-dalmati sulla scena di Roma e del Lazio.
La ricerca, dotta e minuziosa, evidenzia l’autorevolezza e il successo di mosaicisti, architetti, scultori e pittori che provenivano dalla sponda orientale dell’Adriatico, ma erano espressione della medesima matrice culturale che contraddistingue la genialità dei Grandi dell’arte italiana.
La veste grafica, incluse le immagini, è stata curata con tale abilità che l’opera ne è risultata arricchita e valorizzata. La pubblicazione vanta inoltre una ricchissima bibliografia, molto utile ed illuminante per quanti vorranno allargare la ricerca in ambiente geografico più vasto”.
Secondo Premio
“Memorie dell’Istria Veneziana” di Gianfranco Pontini
“La diffusa e capillare presenza della Repubblica Serenissima di Venezia in terra d’Istria e l’amore che l’autore, veneziano di nascita, nutre per quest’ultima e per la sua gente, costituiscono l’elemento fondante di un accurato e dettagliato lavoro che conduce il lettore sulle orme di Venezia nei piccoli borghi dell’entroterra istriano, suscitando grande interesse, curiosità e ammirazione. Attraverso l’agevole lettura del libro, si scopre un patrimonio storico, artistico e culturale che la civiltà veneziana ha sviluppato nei territori dell’Istria “in contatto con Venezia dalla notte dei tempi” e diventati nel corso dei secoli non possedimenti della Serenissima, ma luoghi “in dedizione” con diritti e doveri reciproci. Puntuali gli approfondimenti storici che accompagnano le descrizioni di paesaggi incantevoli, densi di memoria e di arte”.
Menzione d’Onore
“La Venezia Giulia nel secondo dopoguerra. L’arrivo della Commissione interalleata nei territori dell’Istria (9 marzo – 5 aprile 1946)” di Giuliana Donorà
“All’interno del lavoro risultano particolarmente interessanti soprattutto gli aspetti relativi all’istituzione della Commissione Interalleata nei territori dell’Istria nel 1946 e alla documentazione, finora poco conosciuta, delle attività svolte, in particolare da parte slava, ai fini di influenzare le conclusioni della Commissione stessa”.
Apprezzabile l’impegno dell’autrice nell’affrontare e far conoscere una tematica storica finora non adeguatamente considerata, data l’importanza che riveste”.
Menzione d’Onore
“Un’iscrizione rovignese: Seixomniai Leuciticai Polates (CIL V, 8184). Lingua e cultura venetica d’Istria” di Matteo Gallo
“Analisi estremamente dotta di una iscrizione scoperta nel 1868 nell’agro rovignese, con dedica ad una divinità femminile: Leucitica (Leucozèa = dea bianca).
Per spiegare l’interpretazione delle tre parole, l’autore compie un excursus, di notevole rilevanza culturale, sulla Religio e sul culto di divinità femminili in campo indoeuropeo ed indomediterraneo.
Lavoro estremamente specialistico, che attesta da parte dello studioso una profondissima conoscenza delle lingue venetiche”.
MENZIONE D’ONORE SPECIALE ALLA MEMORIA
“L’Italia rovesciata. Lettere ai giornali 1984 – 2016” di Tullio Canevari
“L’opera, voluta dalla signora Bruna Rodriguez consorte del compianto Tullio Canevari indimenticato Sindaco dell’AIPI-LCPE (Associazione Italiana di Pola e Istria – Libero Comune di Pola in Esilio), è una raccolta di lettere. Come dichiara testualmente lo stesso autore, questo “vizio di scrivere ai giornali, alle Amministrazioni, ai Rettori delle Università, agli Amministratori comunali, risale probabilmente a molto tempo prima del 1984, ma è solo da quel periodo che ho cominciato a conservarne copia ed è solo ora che, vedendo gli anni fuggire velocemente verso il punto di non ritorno, ho pensato di seguire il suggerimento di amici ed amiche, di legarle insieme”.
Nei testi delle lettere traspare con vigore la determinazione dell’autore, esule dall’amata e sempre rimpianta Pola, a ribadire in diversi contesti la verità storica sulle tragiche vicende del confine orientale, per decenni ignorata e mistificata, a testimoniare l’italianità delle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia nella strenua difesa dei diritti storici e morali delle popolazioni che le hanno abitate fino al doloroso distacco dell’esodo.
Il mondo degli esuli, riconoscente, lo ricorda con profonda stima e affetto”.
SEZIONE TESTIMONIANZE
Primo Premio
“Sulle ali della memoria” Gli esuli giuliano-dalmati di Sicilia ricordano di Maria Cacciola
“Gli esuli giuliano-dalmati, testimoni oculari delle tragiche vicende che nel corso del secondo conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra hanno insanguinato le terre del confine orientale, divulgano, con il loro vissuto, storia e memoria. Il libro raccoglie numerose e preziose testimonianze di esuli che, dopo aver dolorosamente abbandonato la terra natia abbracciata dal Mare Adriatico, approdarono in terra di Sicilia dove furono accolti con benevolenza secondo il tradizionale senso di ospitalità della gente del luogo. Ammirevole la volontà dell’autrice, il cui padre fu vittima della feroce persecuzione titina, di far conoscere con esemplare impegno, attraverso il valore della memoria, la verità di una pagina di storia italiana per decenni taciuta e negata”.
Menzione d’Onore Speciale
“Istria addio” Ricordi e pensieri di un esule istriano di Bruno Carra
“Il lavoro, che si avvale di un linguaggio immediato e coinvolgente, si fa apprezzare soprattutto per l’intensità degli aspetti emotivi suscitati dagli struggenti ricordi giovanili dei trascorsi di vita dell’autore nell’amata terra d’Istria. Questi aspetti, intrecciandosi con episodi storici che culminarono nella tragedia delle foibe e dell’esodo, fissati altrettanto indelebilmente nella memoria dell’autore, costituiscono un quadro significativo di quel dramma che colpì il popolo giuliano-dalmata, condannato dalla Storia a rimanere senza giustizia.
Ne scaturisce pertanto una significativa opera di memoria individuale e storica che racchiude il valore inestimabile delle testimonianze dei protagonisti dell’esodo”.
Menzione d’Onore
“Fiume. La casa oltre il confine” di Giuseppina Nacinovich Smaila
“Il titolo del libro “Fiume” evidenzia il binomio indissolubile tra l’autrice e la sua amata città natale. Scorrono sul filo della memoria momenti di vita, le magiche atmosfere del bel golfo del Quarnaro, i profumi inebrianti del mare e della resina dei monti. Dalla narrazione traspare l’anima di una città caratterizzata dall’italianità della sua gente laboriosa, centro di civile convivenza tra etnie, culture e religioni diverse che le atrocità della guerra hanno travolto. L’autrice diventa, nel corso della narrazione, testimone oculare di tragici eventi che la costrinsero all’esodo e alla sofferta esperienza del campo profughi, affrontati con ammirevole forza d’animo e con la speranza in un futuro migliore”.
Menzione d’Onore alla Memoria
“Istria terra della mia infanzia” di Mario Demetlica
“La testimonianza dell’autore, avvalendosi di un linguaggio semplice e diretto, esprime profondamente i legami col territorio di origine e mette in evidenza l’impossibilità di accettare il regime comunista di Tito che, dopo l’assegnazione dell’Istria alla Jugoslavia, negò ogni diritto umano, ogni libertà e perseguitò l’etnia italiana rimasta. L’autore tenta più volte, attraverso fughe avventurose, di raggiungere l’Italia, ma riuscirà nel suo intento, solo dopo una decina di anni, con la sua famiglia per trasferirsi successivamente in Australia. Lodevole l’impegno del nipote dell’autore, Fabio Demetlica, residente ad Adelaide, nel far tesoro della testimonianza del nonno e divulgarla, evidenziando in tal modo il carattere di diaspora dell’esodo giuliano-dalmata i cui protagonisti con ammirevole dignità, compostezza e attaccamento al lavoro, riuscirono a ricostruirsi un’esistenza pur dovendo adattarsi a modelli di vita completamente estranei alla loro cultura di origine”.
SEZIONE NARRATIVA E TEATRO
Primo Premio
“La baia degli Uscocchi”di Pio Baissero
“L’opera evidenzia una capacità narrativa avvincente e la trama, che si rivela originale nell’ideazione, è caratterizzata da un incalzante ritmo di eventi che coinvolge ed appassiona il lettore.
Gli episodi cruenti della guerra, condotta dalla Repubblica Serenissima di Venezia contro i violenti assalti di pirateria degli Uscocchi che minacciavano la sicurezza delle rotte commerciali nel mare Adriatico e insanguinavano le coste dell’Istria e della Dalmazia nel corso del XVI secolo, s’intrecciano sapientemente con la storia dell’amore impossibile che unisce i protagonisti, fino a travolgerli”.
Menzione d’Onore
“Morire a Marcinelle. Storia di un minatore italiano” di Emanuele Corocher
“La vicenda umana del protagonista, animato da profondi ideali patriottici, è irrimediabilmente segnata dalla drammatica esperienza vissuta nel corso del secondo conflitto mondiale nelle terre del confine orientale dove, tra gli orrori della guerra, incontra l’amore della sua vita, travolto e reso impossibile dagli eventi bellici. Anche il tentativo di ricostruirsi una nuova esistenza dopo il rientro in Patria si concluderà tragicamente nella miniera di Marcinelle dove perirono con lui numerosissimi lavoratori italiani. La narrazione si avvale di un linguaggio semplice, ma fluido ed efficace, che coinvolge il lettore attratto da un incalzante susseguirsi di avvenimenti”.
Menzione d’Onore
“In malorsiga ….. anche i Drusi” di Mario Frezza
“Questo lavoro fa parte di un complesso di tre opere teatrali connesse per tematica. “La Cisterna” di Bruno Carra che tratta il tema delle foibe e dell’esodo, “Una storia per Albina” di Mario Frezza che tratta il tema dei campi profughi e dello stesso autore “In malorsiga …anche i Drusi”.
Il testo teatrale si articola e si sviluppa sul ritorno nel luogo di origine di una famiglia di esuli istriani che ritrova i parenti rimasti. L’incontro si svolge nell’osteria di proprietà di quest’ultimi e tra loro s’intreccia un dialogo in cui gli uni e gli altri si confrontano con l’intensità emotiva dei loro diversi vissuti, segnati da sofferenze e lacerazioni profonde. “Grado Teatro”, diretto con passione e competenza dal direttore artistico Tullio Svettini, ha messo in scena l’opera in Italia e nei luoghi dell’esodo riscuotendo notevoli apprezzamenti”.
Menzione d’Onore
“Istria 1943 – Joh mene, un grido nel buio” di Gloria Gabrielli
“Lavoro teatrale, ambientato a Lanischie in Istria sul finire del 1943, nel quale rivivono, attraverso intensi colloqui tra il vicesindaco del paese, italiano e la moglie croata, nativa del paese stesso, i vari momenti tragici vissuti dopo l’armistizio. Emergono nel colloquio i timori, le paure di essere coinvolti, anche se innocenti, nei conflitti del momento. In realtà i timori si concretizzano drammaticamente con l’arresto e la sparizione del protagonista per opera dei partigiani comunisti titini, rievocata dai ricordi toccanti del figlio Rino che con la madre riuscirà a salvarsi.
Il testo introduce con gradualità e chiarezza le diverse tematiche storiche che culminarono nella tragedia delle foibe e nell’esodo della popolazione giuliano-dalmata acquisendo pertanto una funzione anche didattica. Il lavoro è arricchito dalle musiche eseguite, con un forte coinvolgimento emotivo, dal nipote del protagonista”.
MENZIONE D’ONORE ALLA MEMORIA
a Giovanni Rapelli
“L’autore, con la sua ultima pubblicazione “CIMBRI/TZIMBAR. Vita e cultura della civiltà cimbra”, lascia un’importante eredità culturale nel campo storico e linguistico. Valente linguista e studioso, ha approfondito con competenza e passione il legame che intercorre tra i cognomi e la storia della comunità e i territori. Notevole, inoltre, il Suo contributo dato all’indagine storica-linguistica nelle terre che si affacciano sull’Adriatico orientale, mettendo in risalto la continuità della cultura italiano- veneta in Istria e Dalmazia, a conferma della Sua vicinanza al mondo degli esuli giuliano-dalmati con cui ha condiviso sentitamente il dramma dell’esodo”.
SEZIONE POESIA
Menzione d’Onore
“100 frammenti quotidiani su mia madre” di Stella Cernecca
“L’opera di Stella Cernecca raccoglie in forma di frammenti alcuni ricordi della madre istriana. Si tratta di un tributo pensoso ed affettuoso che bene esprime il legame tra figlia e madre, sullo sfondo della memoria del comune esilio”.
SEZIONE STORIA E SAGGI STORICI
Primo Premio
“La fortezza Signa 1715” di Dan Morel Danilovich e Michele Nardo
“L’opera traccia un profilo storico delle lotte tra l’Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia, incentrandosi sulla settima guerra ottomano-veneziana ovvero la seconda guerra di Morea, conosciuta oggi in Dalmazia come guerra di Signa, dal nome della fortezza protagonista di un’eroica resistenza opposta dalle truppe veneziane all’attacco di quelle ottomane assai sovrastanti. Apprezzabile il lavoro di ricerca dell’autore che recupera una pagina gloriosa della storia della Repubblica Serenissima di Venezia e risulta notevole ed inappuntabile l’opera di trasposizione dei fatti realmente accaduti in fumetto che invoglia alla lettura anche i più giovani. La battaglia di Signa, rimasta ancor oggi viva nella memoria degli abitanti della Dalmazia, viene ricordata il 15 agosto di ogni anno.
Va inoltre sottolineato che buona parte della vecchia frontiera veneziana è utilizzata attualmente per demarcare il confine dell’Unione Europea con il resto dei Balcani”.
Secondo Premio
“Antonio Grossich (1849 – 1926). L’uomo e l’opera” di Rino Cigui
“L’opera dello storico Rino Cigui, realizzata con la collaborazione scientifica del Centro Ricerche Storiche di Rovigno, è degna di ammirevole attenzione per come ha saputo tratteggiare, con notevole maestria unita a profonda indagine documentale, la figura di Antonio Grossich.
Dopo anni di oblio, dovuto anche alle ideologie del secolo passato, ha così messo in luce la grande figura dell’amministratore della cosa pubblica ed il profilo dello scienziato indagatore che nell’esercizio della professione medica, anche ad alti livelli di responsabilità dirigenziale, in Austria e soprattutto a Fiume, ha espresso una grande umanità.
Alcune innovazioni in campo chirurgico e poi l’applicazione della celebre antisepsi cutanea della tintura di iodio, che salvò molte vite, emergono a far risaltare questo grande personaggio italiano non di meno che nelle vicende politiche dell’Alto Adriatico Orientale”.
Menzione d’Onore
“Il Giorno del Ricordo 2011 a Modena” a cura di Giampaolo Pani e Luigi Vallini
“Il libro, realizzato dal Comitato Provinciale di Modena dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per celebrare solennemente l’inaugurazione nella città emiliana del monumento a perenne ricordo delle vittime delle foibe, è una miscellanea di testimonianze, di memorie, di analisi e di approfondimenti storici anche di autorevoli personalità e di citazioni letterarie. Opera apprezzabile con cui si è voluto onorare l’impegno di testimoniare la memoria dei tragici eventi che colpirono la popolazione giuliano-dalmata, costretta ad abbandonare nel dopoguerra le terre della sponda orientale dell’Adriatico verso un ignoto destino. Questa dolorosa pagina della storia italiana fu a lungo ignorata per opportunismi politici e condizionamenti ideologici, come se gli eccidi delle foibe e il dramma dell’esodo fossero vicende non collocabili all’interno del quadro storico e politico dell’Italia e dell’Europa e quindi da confinarsi in una dimensione localistica e marginale. La veste grafica e la ricca documentazione fotografica valorizzano i significativi contenuti dell’opera. Degna di nota la dedica che compare nella targa infissa nel Monumento:
“Ai figli d’Istria, Fiume e Dalmazia, italiani per stirpe, lingua e cultura, martiri in foiba, in mare, in prigionia, esuli nel mondo per amor di Patria”.