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Il 7 gennaio a Montemaggiore Belsito, presentazione del libro “Popolo in fuga”

Un saggio storico affrontato per due anni all’interno della città imerese per aprire una maglia sull’accoglienza degli esuli istriani, dalmati e fiumani, che sono venuti a Termini Imerese in un tragico secondo dopoguerra.

Il 7 gennaio a Montemaggiore Belsito, presso l’atrio del museo civico “Giovanna Bellomo” di Montemaggiore Belsito, Fabio Lo Bono ha presentato il libro Popolo in fuga – Terra d’accoglienza. L’esodo degli istriani a Termini Imerese” ,edito da Lo Bono editore. Ha introdotto e moderato l’incontro l’avvocato Carmelo Pace, presidente dell’ordine degli avvocati di Termini Imerese e della Fita (Federazione italiana teatro amatori). Dopo i saluti istituzionali dell’assessore alle Attività culturali, turismo, sport e spettacolo Fabio Castiglia, è seguito l’intervento della professoressa del liceo classico G.Ugdulena di Termini Imerese, Francesca Caronna. Durante la presentazioneè intervenuto l’esule istriano Romano Bosich, che ha dato la propria testimonianza. «Popolo in fuga – commenta la professoressa Francesca Caronna – non vuole essere una storia strappalacrime che segue l’onda del momento: guerre, deportazioni, ghetti, fosse comuni non sono un’eccezione nella storia del “civilissimo” mondo occidentale e la nostra civiltà è costellata di esclusioni, emarginazioni, negazioni dell’altro. Non c’è neanche una parte politica che possa dire, oggi come nel passato, di non aver commesso o, semplicemente, non ostacolato delitti contro l’umanità. Le ideologie – ha aggiunto l’insegnante – per cui molti sono stati uccisi senza alcuna ragione (la barbarie non ha ragioni in nessun caso!) sono crollate e hanno alle proprie spalle storie di uomini e donne che sono stati privati della propria dignità, del proprio essere. La fuga oggi interessa il Mediterraneo e l’Europa come ancora di salvataggio (il mar mediterraneo, però, è il cimitero di tantissimi uomini annegati in mezzo all’indifferenza delle grandi potenze mondiali!) e riflettere su parti di storia, come quella descritta da Fabio Lo Bono, può, non solo, rendere giustizia alle “vere” vittime delle follie ideologiche e strategiche, ma anche fare da canovaccio per interpretare i drammi della realtà storica attuale». L’evento è stato patrocinato dal comune di Montemaggiore Belsito. Il libro, come scritto in premessa dallo stesso autore, racconta “…una pagina complessa della nostra storia, carica di sentimenti che pone un interrogativo doloroso: gli italiani nati nella città di Zara e di Fiume, nelle isole del Quarnaro-Cherso e del Lussino nella penisola istriana, passate sotto il controllo slavo furono costretti a intraprendere un amaro viaggio alla ricerca dell’identità rubata dal vento della storia”. … “Furono accolti a Termini Imerese e come documenta l’autore del libro la città li ospitò prima con diffidenza e poi a braccia aperte, mostrando il lato migliore della sicilianità….” Note sull’autore: Fabio Lo Bono, laureato in lettere moderne all’Università degli studi di Palermo, è uno studioso del Novecento. E’ responsabile amministrativo del Museo Civico “Baldassare Romano” di Termini Imerese.“

PalermoToday, 6 gennaio 2017