Il Giorno del Ricordo a Orvieto: racconti e testimonianza in una sala gremita di giovani
Il 13 febbraio 2016, la Sala del Governatore, Palazzo dei Sette, ad Orvieto, ha ospitato la Conferenza celebrativa del Giorno del Ricordo.
In un clima di sentita partecipazione, alla presenza di tantissimi giovani studenti della città, si sono snodate le testimonianze delle diverse generazioni di esuli, raccontate con gli occhi di chi, quelle terribili esperienze, le ha vissute, o di altri che, quei terribili eventi, li ha visti nelle lacrime e nei racconti dei propri genitori o dei propri nonni.
Una serie di testimonianze toccanti e forti, come quelle riportare da Antonio Ballarin – Presidente della Federazione degli Esuli – , di Davide Rossi – docente all’Università degli Studi di Trieste – e di Pietro Antonio Cerlienco – Presidente del Comitato ANVGD di Monza –.
Un’importanza anche politica, testimoniata dalla presenza del Sindaco di Orvieto – G. Germani – che ha riflettuto su come questi tragici eventi debbano portare una profonda presa di coscienza, alla ricerca di un ponte comune tra quanto è ormai il nostro passato e quanto invece stiamo vivendo nel presente.
Commovente poi la testimonianza del Sindaco Emerito di Orvieto – Toni Concina – che ha narrato la sua storia di esule.
Toccante poi, la testimonianza di A. Ballarin, che non ha nascosto la propria sofferenza nel raccontare di come lui, la sua famiglia e gli altri esuli venissero apostrofati “banditi Giuliani” – con chiaro riferimento al noto criminale –, trattati come veri e propri malviventi.
Tanti anche gli esempi portati di esuli istriani che, pur vedendosi negato ogni diritto per rimanere italiani, mai hanno cercato di affermare i loro diritti con l’uso della forza o di soprusi.
Ma proprio gli esuli istriani, fiumani e dalmati, hanno reagito sempre rimboccandosi le maniche, iniziando nuovamente tutto daccapo, lottando per affermare la propria dignità, la propria libertà, l’onore e l’orgoglio di essere italiani.
E soprattutto hanno vissuto per affermare la propria fedeltà ad una patria che – a tutti gli effetti – li aveva rinnegati, defraudati di ogni minimo bene, ed esposti alla berlina come malviventi o come fascisti.
Ma il Giorno del Ricordo ha voluto anche consentire a dei giovani studenti di “toccare con mano” e vedere le Terre Irredenti, i suoi colori, i suoi profumi, e anche le città affacciate sul mare dove “anche le pietre parlano italiano”.
Proprio il racconto di tale testimonianza ha ricoperto un ruolo importante all’interno della conferenza: infatti, in un viaggio organizzato nell’ottobre dell’anno passato dall’Associazione delle Comunità Istriane, hanno partecipato anche alcune allieve dell’ “Istituto di Istruzione Superiore Artistica e Classica delle Scienze Umane e Professionali” di Orvieto, scelte per merito, ed accompagnate dalla professoressa Marella Pappalardo.
Il percorso si è snodato tra Fiume e il Santuario di Tersatto, Cherso, Ossero, Lussinpiccolo e Lussingrande, Veglia, con spiegazioni, racconti e testimonianze da parte della vicepresidente dell’Associazione delle Comunità Istriane, L. Giadrossi e dall’ideatrice di tale viaggio, C. Palazzolo Debianchi.
Le studentesse, entusiaste dell’esperienza, hanno poi visitato anche Trieste ed approfondito le testimonianze raccolte in Istria e, al termine del loro percorso di conoscenza, hanno realizzato un DVD contenente le testimonianza fotografiche del loro viaggio, che è stato presentato all’esito della conferenza.
La proiezione è stata anche preceduta dagli interventi di due liceali che hanno partecipanti al viaggio: le quali, alquanto commosse, hanno narrato di come – sotto la guida della loro professoressa, nonché moderatrice della tavola rotonda, Marella Pappalardo – abbiano vissuto le emozioni fortissime suscitate in loro dalla visita di luoghi, la conoscenza di persone e la riscoperta delle tradizioni italiane.
Il suddetto viaggio, organizzato periodicamente dall’Associazione delle Comunità̀ Istriane, mediante il finanziamento della Legge 16 marzo 2001 n.72 (Interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia) si pone proprio lo scopo di far conoscere alle nuove generazioni la storia delle terre perdute.
Molte persone, infatti, non hanno una memoria storica in “casa”: queste escursioni, consentono di vedere dal vivo la bellezza dei paesaggi, ma anche le testimonianze concrete degli orrori delle carneficine delle foibe, come quella di Basovizza.
Questi veri e propri itinerari di “conoscenza e approfondimento”, hanno, cioè, la finalità di aiutare a comprendere meglio quella che è stata la realtà – per tanti anni troppo scomoda – di quegli italiani che pur di restare tali, sono stati privati di tutto.
Il convegno si è quindi concluso con la testimonianza di un giovane regista che – appassionatosi alla questione istriana – sta portando in giro per l’Italia il suo spettacolo, “Rumoroso Silenzio”.
Lo spettacolo teatrale, che ha raccontato il dramma dell’esilio degli istriani, fiumani e dalmati, aveva debuttato il 12 febbraio 2016 al Teatro Gavazzeni di Seriate, con un entusiasmante tutto esaurito.
Proprio il giovanissimo autore dell’indipendente produzione, nonché regista, Luca Andreini, ha narrato la sua esperienza personale di avvicinamento e conoscenza del dramma dell’esilio.
In uno scroscio di applausi dei giovani partecipanti in sala – qualche lacrima e tanta forza – si è quindi chiusa la conferenza, con la promessa che tali eventi debbano essere la quotidianità dentro e fuori le scuole, ma soprattutto, dentro il cuore e la mente dei giovani.
Maria Rita Bettoli