Il Giorno del Ricordo colma «una frattura fra la memoria degli esuli e quella dell’intera Nazione»
Intervento del Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, Prof. Avv. Giuseppe de Vergottini, alla cerimonia del Giorno del Ricordo 2022 svoltasi al Senato della Repubblica giovedì 10 febbraio.
Onorevoli presidenti, parlamentari, autorità
Rivolgo al Senato della Repubblica e alla Camera dei deputati un ringraziamento per darci la possibilità di celebrare insieme questa ricorrenza.
Voglio manifestare al Presidente della Repubblica un caloroso saluto e formulargli i più sinceri voti per la proficua continuazione del suo mandato. Negli anni trascorsi lo abbiamo avuto costantemente vicino nello svolgimento delle vicende legate alla nostra attività. Siamo certi di poter sempre contare sul suo sostegno nell’affrontare i compiti che ci attendono.
Abbiamo sentito il richiamo al significato della legge che ha voluto istituire l’odierna ricorrenza.
Vorrei insistere sul valore di quanto deliberato dal nostro Parlamento nel 2004. La legge colmava una frattura che si era creata fra la memoria degli esuli e quella dell’intera Nazione. Non si può non ricordare che non solo gli istriani, i fiumani e i dalmati erano stati costretti a pagare per conto di tutto il Paese le conseguenze catastrofiche di una guerra sciagurata, ridotti a mero oggetto di scelte altrui, ma che sulla sorte delle vittime e dei sopravvissuti era caduto un silenzio protrattosi troppo a lungo.
La ricorrenza odierna consente quindi un momento di riflessione comune sul significato della scelta politica fatta dal nostro Parlamento quando ha deciso di interrompere un lungo periodo di incertezza e di affrontare in modo costruttivo l’esodo dai territori giuliani salvaguardando la memoria di un territorio strettamente legato alla storia della nostra comunità nazionale. E’ in virtù della legge che si è rafforzato un vincolo virtuoso fra le istituzioni della Repubblica e l’associazionismo che esprime la nostra Federazione.
Purtroppo dobbiamo prendere atto che persiste in una parte minoritaria del mondo della cultura e dell’informazione un orientamento per noi inaccettabile inteso a contestare le finalità della legge. Contro negazionismi e riduzionismi opponiamo il richiamo alla ragione senza entrare in sterili polemiche. Negare, giustificare e ridimensionare quanto patito costituisce una nuova e grave forma di violenza.
Coltivare il sospetto che le finalità della legge soddisfino le aspettative di una sola parte politica significa ignorare il lungo processo di ricomposizione della memoria nazionale maturato nel nostro Paese.
Con queste premesse ringraziamo il Parlamento per l’impegno con cui ha seguito e segue le nostre vicende. Ribadiamo la nostra viva gratitudine al Presidente della Repubblica per essersi costantemente dimostrato attento al significato dei valori che caratterizzano l’identità nazionale e consapevole del significato dei sacrifici sopportati con dignità e decoro dalla comunità degli esuli. Siamo grati alla Presidenza del Consiglio, ai Ministeri degli Affari esteri e della Cultura per l’aver seguito con impegno la realizzazione dei progetti finalizzati alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale e al Ministero dell’istruzione per l’incessante attività diretta a diffondere nelle scuole la conoscenza delle nostre vicende.