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November 5th, 2024
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Il Giorno del Ricordo non si contrappone alla Shoah

In merito alle dichiarazioni del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, Prof. Tomaso Montanari, duole constatare che la storia del confine orientale viene interpretata sempre nell’ambito del fascismo e dell’attacco politico alla destra, dimenticando secoli di presenza, storia, cultura e tradizione italiana sulle coste dell’Adriatico orientale, nonché l’adesione al Risorgimento di classi dirigenti e volontari autoctoni. Anche la storia dell’arte, disciplina che Montanari insegna, dimostra che le coste dell’Adriatico orientale hanno mantenuto nel corso dei secoli un profondo legame culturale ed identitario con la penisola italiana, in termini di committenze e di artisti che operavano su entrambe le sponde.
Il 10 febbraio ricorda la data in cui nel 1947 l’Italia firmò il Trattato di Pace che pose fine alla Seconda guerra mondiale: nonostante la lotta partigiana, la cobelligeranza e la resistenza dei militari internati dalla Germania nazista, l’Italia fu pesantemente punita. Gran parte di questa punizione gravò sulle spalle dell’italianità autoctona in Istria, Carnaro e Dalmazia, le cui terre furono assegnate alla Jugoslavia comunista ed i beni nazionalizzati o confiscati dal regime comunista. Riguardo tali proprietà, nonostante le tutele previste dal Trattato di Pace, Italia e Jugoslavia si accordarono affinché venissero conteggiate per pagare i danni di guerra che Roma doveva a Belgrado. Un conflitto perso dall’Italia intera fu pagato dai giuliano-dalmati, i quali videro come decisiva nella propria storia la data del 10 Febbraio ancor prima che la Legge 92/2004 istituisse il Giorno del Ricordo.
Nessuna contrapposizione quindi con la Giornata della Memoria e con la Shoah, la quale devastò, tra l’altro, le comunita ebraiche di Trieste, Gorizia, Fiume e Spalato. Questa ulteriore triste pagina nella complessa storia del confine orientale colpiva pesantemente proprio una comunità che in epoca risorgimentale aveva sposato la causa dell’italianità ed aveva già subito la vergogna delle leggi razziali proclamate da Mussolini proprio a Trieste.

Giuseppe de Vergottini

Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati