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Il nuovo organigramma dei vertici dell’Unione Italiana

Le elezioni per le massime cariche dell’Unione Italiana e per il rinnovo dell’Assemblea UI si sono svolte dappertutto in un clima di serenità, come si confà a una festa della democrazia. L’affluenza alle urne già dai primi dati è apparsa altalenante. Più tiepida nelle prime ore del mattino, soprattutto nelle CI maggiori quali Fiume e Pola, più sostenuta verso mezzogiorno, soprattutto nelle località intermedie, dove in molti casi ha superato quella di quattro anni fa. E queste località contano per capire gli umori e lo “stato di salute” della CNI, a prescindere da quella che può essere l’adesione nei grandi centri urbani, dove è più difficile mobilitare gli elettori con il passaparola e convincerli a fare una passeggiata fino alla Comunità degli Italiani per esercitare il diritto dovere di voto. Anche per ovvi motivi di mobilità, di parcheggio, che in una città più grande si fanno sentire. Nell’insieme, secondo i dati della CEC UI, l’adesione al voto è stata del 25,54 p.c. Quelli che hanno votato di più sono stati i connazionali di Visignano, con il 51 per cento, mentre a Fiume la percentuale è stata sconsolante, del 5,36 p.c.

I risultati di queste elezioni, alla pari di quelle degli appuntamenti elettorali precedenti, soprattutto in Croazia, hanno dimostrato un grande desiderio di continuità da parte degli elettori. I richiami al cambiamento nella maggior parte dei sodalizi non hanno colto nel segno, tutt’altro. Gli elettori evidentemente hanno preferito andare sul sicuro, scommettere di nuovo sui volti noti al grande pubblico. Del resto per la carica di presidente della Giunta esecutiva non c’era partita: a Marin Corva bastava in teoria un voto per passare, ma nella realtà ha ottenuto il sostegno di buona parte di coloro che si sono recati alle urne. La partita vera, quella importante, forse decisiva per l’evolversi della situazione e dei rapporti di forza in seno all’Unione Italiana, s è conclusa con la vittoria di Maurizio Tremul su Felice Žiža. Tremul ha ottenuto circa il 55 per cento dei consensi. Molti? Pochi? Felice Žiža ha vinto in Slovenia, si è imposto a Sissano e a Cittanova e altre località importanti. Ma nel grosso delle località, dall’Istria interna, alla Dalmazia, alla Slavonia occidentale, nella miriade di piccole CI dal Buiese al Quarnero non c’è stata battaglia: com’era nelle previsioni della vigilia si è imposto Maurizio Tremul, il cui successo finale di fatto non è mai stato messo in forse. Tremul, quindi, resta presidente dell’UI per il secondo mandato consecutivo, ovvero rimane ai vertici della massima organizzazione unitaria della CNI.

Nell’insieme probabilmente esce rafforzata anche la maggioranza assembleare su cui possono fare affidamento i due presidenti. Non sono mancati, a prescindere dalle candidature blindate di 43 neoconsiglieri, i motivi d’interesse politico neppure per le elezioni per l’Assemblea, in particolare nelle circoscrizioni maggiori dove il numero dei candidati a volte è stato ben superiore a quello dei posti a disposizione. Pola docet in questo senso. Anche se si potrebbe dedurre che nell’Assemblea dell’UI i giochi fossero fatti in larga misura già dopo la chiusura dei termini per la consegna delle candidature (eletti immediatamente 43 consiglieri in rappresentanza di 39 CI), la presenza o meno nell’assise di singole personalità di rilievo delle maggiori Comunità alla lunga potrebbe contare.

L’elenco completo degli eletti all’Assemblea può venire qui scaricato.

Dario Saftich
Fonte: La Voce del Popolo – 28/06/2022

Il Piccolo - 28/06/2022

Il Piccolo – 28/06/2022