Il ricordo di Marcel Tyberg e del prof. Enrico Mihich esule fiumano
Marcel Tyberg è stato un musicista di origini ebraiche polacche (Tee-berg) nato a Vienna il 27 gennaio 1893, che fu eliminato nel campo di sterminio nazista di Auschwitz il 31 dicembre 1944.
Tyberg da Vienna ad Abbazia (Fiume)
Marcel Tyberg proveniente da una famiglia di musicisti, studiò musica sin da giovanissimo ed ebbe la possibilità di frequentare a Vienna il virtuoso violinista Jan Kubelik e di divenire amico di un altro violinista, poi direttore di orchestra viennese Rodolfo Lipizer. Nel 1916 la famiglia Tyberg, in pieno conflitto mondiale, si trasferì da Vienna ad Abbazia, splendida località turistica balneare a pochi chilometri da Fiume e conosciuta come la “perla del Golfo del Quarnero”. Ad Abbazia Tyberg compose nel 1924 la sua prima sinfonia e nel 1927 incontrò nuovamente l’amico musicista Rodolfo Lipizer, il quale era giunto nella rinomata località quarnerina, dopo aver vinto un concorso per dirigere l’orchestra locale. Furono questi per Tyberg anni di crescita artistico musicale molto importanti. Nel 1930 Lipizer si recò a Gorizia per fondarvi l’orchestra sinfonica, ma Tyberg non lo seguì per motivi non ancora chiariti. Tyberg, pertanto, proseguì a impartire lezioni di piano, a suonare l’organo nelle chiese in occasioni di celebrazioni solenni e nel 1926 realizzò l’ ”Incompiuta” sinfonia per Schubert. Per un certo periodo egli assunse il nome artistico di Till Bergmar componendo brani di musica popolare in voga in quel tempo: waltzer, tango, e rumba. Grazie poi alla competente cura della madre Wanda, gli spartiti di Tyberg risultano fortunatamente ben scritti e fruibili. Il peso del lavoro quotidiano abbinato al tempo dedicato per scrivere nuove sinfonie non concedeva altri spazi al nostro musicista per cesellare adeguatamente su carta la sua arte creativa. Il lavoro certosino della madre Wanda, rimasta vedova nel 1927, risulterà prezioso per perpetuare l’arte musicale del figlio, la cui vita verrà stroncata dalla barbarie nazista. Ad Abbazia Tyberg era ben conosciuto e molto apprezzato dai cittadini. Era una persona mite e riservata, che passeggiava in solitudine lungo le rive del mare e nei verdi parchi di Abbazia, con un cappotto forse un po’ troppo ampio per la sua esile figura. Nel 1930 la sua seconda sinfonia fu premiata da Rafael Kubelik con l’ esecuzione dell’Orchestra filarmonica di Praga. Nonostante il rilievo internazionale ottenuto Tyberg rifiutò ancora una volta di pubblicare la sua musica. Si trattò di un’ altra occasione perduta per affermarsi al di là dei confini fiumano-quarnerini. Ciò nonostante, Tyberg godeva di stima e di notorietà, tanto da apparire nelle guide cittadine di Fiume alla voce dedicata agli artisti musicali.
Settembre 1943 i nazisti ad Abbazia. Il non ritorno da San Sabba ad Auschwitz
Durante il secondo conflitto mondiale Tyberg rimase ad Abbazia. Dopo l’8 settembre 1943, l’Italia stipulò l’armistizio senza condizioni e tale atto preparò la calata dei tedeschi nella regione giuliana e fiumana. A metà ottobre l’intera Venezia Giulia con Fiume e Abbazia fu annessa temporaneamente al Reich tedesco (Adriatische Kustenlad) e quindi sottoposta alle ferree leggi naziste. La madre di Tyberg seppur in buona fede, in quel tempo, commise un grave errore. Quando i nazisti richiesero obbligatoriamente la registrazione, non solo di tutti i cittadini ebrei, ma anche di coloro che tra i loro antenati avessero avuto degli ebrei, la madre Wanda scrisse ingenuamente che il nonno paterno del figlio Marcel, ormai deceduto da anni, era stato ebreo. Fu l’inizio della fine. Anche se i Tyberg professavano ormai da tempo la fede cattolica, il legame parentale con l’avo paterno fece di lui un ebreo da perseguitare e deportare in Germania. La madre Wanda morì alla fine del 1943 e non poté assistere per sua fortuna all’arresto del figlio. La Gestapo, difatti, non tardò a bussare alla porta di Tyberg, il quale era riuscito, qualche giorno prima, appena in tempo a terminare la sua terza sinfonia e a porre in salvo i suoi spartiti musicali consegnandoli all’amico Milan Mihich. Deportato dapprima al lager di San Sabba, Tyberg fu poi avviato nel campo di sterminio di Auschwitz, dove la sua morte fu registrata il 31 dicembre del 1944.
Tyberg e la famiglia Mihich. Gli spartiti salvati.
Marcel Tyberg, come abbiamo visto, era alieno dal ricercare fama e successo; pertanto non ebbe mai vero interesse a pubblicare e diffondere le sue composizioni musicali. Tra i pochi allievi di Tyberg figurava il giovane Enrico Mihich (classe 1927), figlio del noto chirurgo fiumano Milan Mihich residente da qualche tempo a Laurana. Milan Mihich dopo aver compiuto gli studi di medicina a Vienna, era diventato negli anni primario di medicina all’Ospedale di Fiume e docente all’Università di Padova; non solo ma il dottor Milan era riuscito ad aprire a Fiume anche una clinica privata per la cura delle malattie orofaringee e inoltre aveva costituito un ambulatorio per i poveri in piazza Regina Elena. Il dottor Mihich godeva di chiara fama, divenendo a un certo punto medico chirurgo della Casa Reale e del Vaticano che per le sue note capacità veniva chiamato a compiere delicati interventi chirurgici a Zara, a Roma e in diverse località siciliane e calabresi.
I Mihich si erano insediati a Laurana solo nel 1942 per sfuggire ai pericoli derivanti dai bombardamenti aerei su Fiume. Milan Mihich divenne col tempo amico di Tyberg e i due ogni tanto si incontravano nei caffè di Abbazia per parlare di arte e di musica; spesso suonavano privatamente insieme. Milan Mihich suonava molto bene il pianoforte e ogni tanto organizzava, in privato, qualche concerto. Il dottor Milan, convinto dell’alto valore educativo della musica, a un certo momento iniziò a mandare il giovane figlio Enrico a lezione di pianoforte e armonia musicale da Tyberg. Le lezioni dopo qualche tempo iniziarono a tenersi nella bella villa di Laurana dei Mihich e lasciarono nel giovane Enrico un segno indelebile. Indubbiamente un particolare legame di stima tra Tyberg e il giovane Enrico germogliò in quel periodo tanto da perdurare spiritualmente nel tempo. Poco prima del suo arresto da parte dei nazisti, Tyberg riuscì quindi a consegnare gran parte dei suoi scritti musicali proprio all’amico Milan Mihich, pregandolo di preservarli dalla distruzione e o dalla dispersione. Non ci fu alcuna possibilità di salvare Tyberg. Il dottor Mihich riuscì a stento, con grande tristezza e apprensione, a salutare l’amico musicista che in seguito non rivide mai più.
I Mihich dopo la seconda guerra mondiale vanno incontro all’esilio
Ai primi di maggio del 1945 Abbazia e Fiume furono occupate dalle truppe jugoslave e per gli italiani di quelle città e del territorio circostante iniziarono tempi molto difficili. Oltre 600 italiani di Fiume furono eliminati nel corso del 1945, dal nuovo regime comunista e per altri 38.000 fiumani si aprì la triste via dell’esodo. Milan Mihich con la moglie Rosina si trasferì in Italia, dove riuscì a continuare in qualche modo la professione di medico. Purtroppo già nel 1948 lo colse la morte in Calabria, successivamente fu sepolto a Nervi. La moglie di Milan Mihich era Rosina Lenaz, figlia del grande medico e patriota fiumano Lionello Lenaz, fervente dannunziano.
I Mihich pur essendo patrioti e filoitaliani non nutrivano simpatie per il regime fascista. Il figlio Enrico ricorda che il nonno Lionello non era d’accordo sulle teorie razziali e così suo padre Milan. Il dottor Enrico ricorda che il padre lo chiamava Henry per antagonismo alla politica della lingua pura inaugurata sotto il fascismo. Morto il padre Milan gli spartiti del maestro Tyberg passarono in custodia al figlio Enrico. I problemi economici per la famiglia ovviamente aumentarono di colpo. La mamma Rosina per aiutare il figlio agli studi si impiegò nelle navi di linea della compagnia “Cosulich” che partivano da Genova per gli Stati Uniti. Questa attività lavorativa della madre fu determinante per il futuro del figlio Enrico, iscritto alla Facoltà di medicina di Milano e al quale mancavano ancora tre anni per laurearsi. Visitando New York la madre si rese conto che il figlio Enrico, ormai laureato, si sarebbe potuto meglio affermare negli Stati Uniti. Con l’aiuto del medico milanese prof. Trabucchi , Enrico riuscì a ottenere due anni di tirocinio proprio a New York. Da quel momento in poi la sua carriera conobbe un notevole successo, tanto che gli vennero offerte posizioni sempre più rilevanti. Nel 1957 fu assunto al Centro di ricerca oncologica “Roswell Park” di Buffalo. E’ complesso descrivere il suo successo nella ricerca scientifica, basta dire che tutti i centri di ricerca medica del mondo iniziarono a contenderselo dal Giappone all’Unione Sovietica, dalla Cina all’Australia. Nel 1984 Enrico Mihich fu nominato dal Presidente statunitense Ronald Reagan membro del Consiglio Nazionale per le Ricerche sul cancro e quindi vice presidente dell’Associazione Nazionale americana per la cura del cancro, organismo di influenza mondiale.
Enrico Mihich non dimenticò il maestro Tyberg. Il gran concerto sinfonico del 2015 in presenza di Obama.
Raggiunto il successo e la fama, Enrico Mihich non deluse affatto la raccomandazione del padre Milan di non dimenticare lo sfortunato maestro Tyberg. Così nel 2005 Enrico riuscì a prendere contatto con la direttrice d’orchestra, JoAnn Falletta, della Filarmonica di Buffalo e ad interessarla alla musica di Tyberg. L’operazione ebbe successo e le prime due sinfonie di Tyberg furono eseguite dall’Orchesta di Bufalo con grande partecipazione di pubblico e lodi della critica. A seguire le tre sinfonie furono pubblicate in due eleganti cofanetti CD.
La terza sinfonia fu poi eseguita nel 2015 alla presenza del presidente Barach Obama di fronte e del presidente croato Ivo Josipovic. Enrico Mihich tornò, dopo il 1998 a rivisitare Fiume, diventata Rijeka, e Abbazia più volte. Cercò di mantenere da quel momento in poi sempre il legame con le origini e il contatto con la terra fiumana.
Nel 2015 mi scrisse un’ultima lettera ringraziandomi per l’attenzione alla sua storia, inviandomi alcuni preziosi opuscoli. Mi promise di venire a visitare l’Archivio Museo storico di Fiume al più presto, purtroppo scomparve l’anno dopo. Restano qui, nell’archivio fiumano, le sue memorie e il suo grande esempio umanitario.
In conclusione lo voglio ricordare ai lettori con l’ultima frase di quell’ultima lettera a me indirizzata:” Dopo che la musica sarà stampata il mio compito, ereditato da mio padre Milan Mihich a cui Tyberg aveva dato in consegna la musica, sarà finito e darò gli originali a un archivio musicale. Mi scusi per questo lungo messaggio. Con molti cordiali saluti. Enrico Mihich.”
Marino Micich
Direttore Archivio Museo storico di Fiume