Intervista col Presidente Livio Marchetti
Autore: Rosanna Turcinovich Giuricin
I dati storici sono importanti. Le Cooperative Operaie di Trieste Istria e Friuli sono nate il 26 ottobre 1903 a Trieste. Alla fine della Prima guerra mondiale, il 3 novembre 1918, le Cooperative Operaie ottengono di mantenere in vigore la legge austriaca sulle cooperative "finché verrà fatta una corrispondente legge italiana". Nel periodo tra il 1947 e il 1954 Trieste, dove sono presenti tutte le rivendite delle CoOp TFI (107 in tutto di cui 14 macellerie) non fa parte dello Stato Italiano ma forma il Territorio Libero di Trieste. L'approvvigionamento delle CoOp TFI avviene principalmente da produttori Istriani: l'assegnazione di Trieste all'Italia e dell'Istria alla Jugoslavia fa venire a mancare questa possibilità e diminuire di circa il 50% il bacino d'utenza: le Coop TFI devono rinunciare alla produzione diretta dei beni. Nel 1957 aprono il primo negozio self-service d'Italia, le "Supercoop" che nel 1972 saranno ben 22; viene introdotta la gestione informatizzata dei magazzini con sistema IBM. Dal 1977 al 1979, anni in cui l'inflazione era a due cifre, le Cooperative Operaie bloccano i prezzi di oltre 300 prodotti alimentari ed inaugurano i primi "Discount" italiani senza fonte. Il resto è storia recente che con le sue vicende entra nel quotidiano, le Cooperative Operaie sono “un affare di famiglia” visto il rapporto stretto che la maggior parte dei consumatori mantiene da sempre con questa realtà. “Anche in tempi de crisi se magna” recita il saggio giuliano e le Coop sono una fonte di approvvigionamento fondamentale. Sono una forza, una potenza, un colosso con gli occhi puntati addosso. A dicembre le prossime elezioni. E la campagna è già partita. Ne ragioniamo col Presidente Livio Marchetti. Presidente ha fatto notizia la nascita a Trieste di un Comitato in difesa delle Cooperative Operaie. Come commenta questa iniziativa di un gruppo di cittadini? “Non si tratta di un Comitato a difesa delle Cooperative Operaie, si tratta di una iniziativa di un gruppo di soci, fortemente politicizzati, che intendono – denigrando il sistema e la gestione attuale – avviare una scalata al consiglio di amministrazione con critiche immotivate e senza fondamento. Sono le Cooperative Operaie a doversi difendere da simili persone, che hanno già creato non poco danno”. Ci sono motivi per cui i soci dovrebbero essere preoccupati? “I soci non hanno motivo di preoccuparsi, e non perché lo affermo io in qualità di presidente, ma perché lo afferma l'amministrazione regionale, che ha proceduto a una ispezione straordinaria durata tre mesi, e ha confermato la regolarità dei bilanci e della completa gestione. Il verbale dell'ispezione risale a inizio agosto, ed è stata analizzata tutta l'attività delle Cooperative Operaie”. Quali le tematiche affrontate durante il recente incontro con il Sindaco di Trieste, Roberto Cosolini? “Il sindaco di Trieste Cosolini ha ribadito l'importanza e il ruolo delle Cooperative Operaie in Friuli Venezia Giulia: diamo lavoro a oltre 700 persone, e sosteniamo il lavoro delle donne, in conciliazione con gli impegni familiari. Dal punto di vista economico-finanziario, garantiamo al territorio regionale ingenti entrate e lo sviluppo dei prodotti locali”. Quale il ruolo della città nel futuro delle Cooperative Operaie e viceversa se consideriamo che le Cooperative Operaie rientrano nelle prime 10 società con sede a Trieste? “L’attuale crisi economica rende il ruolo delle Cooperative Operaie strategico sia sul fronte del sostegno al consumo conveniente, sia come realtà economica. Stiamo lavorando per avviare ulteriori investimenti: entro la fine dell'anno apriremo un nuovo, innovativo punto vendita a Duino, e a seguire un ulteriore in zona Fiera, sempre a Trieste. Investire significa garantire ai nostri clienti prezzi sempre più competitivi, perché solo investendo possiamo aumentare il nostro giro d'affari e creare così offerte sempre più interessanti per i soci”. Le perdite accumulate negli ultimi anni (si parla di 22 milioni di euro) a cosa vanno ascritte? “Il patrimonio delle Cooperative Operaie – lo certifica l'amministrazione regionale – è assolutamente intatto e invariato dal 2008 a oggi. Chi parla di perdite ingenti non legge e non interpreta in maniera onesta i nostri bilanci, e formula accuse fuorvianti. Il bilancio 2012, così come quelli precedenti, è in attivo. Abbiamo chiuso il 2011 con oltre 2 milioni di euro di utile”. Quali strategie per lo sviluppo futuro di questa importante realtà, quali gli strumenti di sostegno e sviluppo del capitale sociale? “Il capitale sociale delle Cooperative Operaie è al sicuro, poiché è composto per la maggior parte di investimenti in beni immobili. Solo una quota a parte è investita invece in strumenti finanziari, e si tratta di titoli sicuri. Non siamo preoccupati per il mantenimento del capitale sociale. Il nostro impegno oggi è quello di aumentare il numero dei soci e dei clienti, rendendoci sempre più competitivi con le nostre offerte, affinché aumenti il valore delle vendite, nonostante la crisi”. La compagnia è composta da oltre 110.000 soci di cui 80.000 triestini che vi seguono. Quali garanzie per la trasparenza del rinnovo degli organi sociali? “Il nostro regolamento per il rinnovo degli organi sociali è stato tra i temi al vaglio della Regione, che lo ha “promosso”, se posso usare un termine semplice. Ancora una volta, un organo certificatore esterno ha garantito che il nostro sistema di rinnovo è in regola con le norme e funziona”. Nel luglio del 2013 si attende l’entrata nell’UE della Croazia. Nel momento in cui le Cooperative Operaie raggiungeranno i 120 anni di vita, è ipotizzabile un loro ritorno in Istria? “Le Cooperative Operaie hanno società sia in Slovenia che in Croazia, rispettivamente a Capodistria e Fiume. Stiamo monitorando il mercato, siamo particolarmente attivi e attenti, perché la volontà di tornare ad avere un ruolo strategico in Istria deve essere supportata da strategie, norme e progetti di grande impatto e valore”.