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Gabre Gabric Fonte Www.fidal .it

Intitolata alla dalmata Gabric la pista di atletica di Brescia

Un ospite speciale per il giorno dell’intitolazione del campo di Sanpolino di Brescia a Gabre Gabric. A poche ore dall’inizio della finale A dei Societari allievi, la cerimonia organizzata dal Comune di Brescia per dedicare la struttura a una delle pioniere dell’atletica femminile italiana accoglie il campione olimpico dei 100 metri e della staffetta 4×100 Marcell Jacobs, che ha vissuto a lungo a Desenzano del Garda, a pochi chilometri dal capoluogo di provincia. “Sono felice che Brescia abbia un nuovo impianto – il pensiero del primatista europeo dei 100 al fianco di una commossa Lyana Calvesi e di Laurent Ottoz, figlia e nipote di Gabre Gabric -, quando vivevo qui un’opportunità di questo tipo non c’era. Ho due messaggi, uno per i genitori e uno per i ragazzi. Ai genitori dico di spronare sempre i propri figli a credere nei propri desideri, non solo nello sport; ai ragazzi dico invece di credere nei sogni: a me l’atletica ha insegnato tanto, nessuno ti regala niente, ho vissuto tante sconfitte ma arrivare in vetta dà una sensazione impagabile”.

Di fronte a una delegazione delle Fiamme Oro (tra loro gli azzurri Ayomide Folorunso e Yassine Rachik ma anche la sciatrice della Nazionale Marta Rossetti, ex multiplista di buon livello) la cerimonia è stata aperta dal sindaco Emilio Del Bono: “Lo sport ha l’infinita capacità di unire e di andare oltre le barriere: Sanpolino è il quartiere bresciano più giovane. Anche il campo Calvesi è vicino alla chiusura dei lavori, per i quali abbiamo impegnato 3,5 milioni di euro”.

Dopo l’intervento dell’assessore alla casa e housing sociale di Regione Lombardia Alessandro Mattinzoli e dell’assessore alla rigenerazione urbana del Comune di Brescia Walter Muchetti è toccato a Marco Riva, presidente del CONI Lombardia: “Sono cinque le parole-chiave: visione, condivisione, sostenibilità, coraggio e cultura dello sport”. Grazia Maria Vanni, vicepresidente FIDAL, porta i saluti del presidente Stefano Mei: “Da lombarda conosco il percorso necessario per arrivare a questa giornata. Lo sport è investimento in prevenzione e salute”. Il Consiglio federale era presente anche con Gianfranco Lucchi e Simone Cairoli. La cerimonia si è chiusa con il taglio del nastro, retto da altre due azzurre come Desirée Rossit e Desola Oki: a dare il significativo colpo di forbice Marcell Jacobs e Lyana Calvesi.

Cesare Rizzi (FIDAL Lombardia) 

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La donna che visse molte volte se n’è andata il 16 dicembre 2015, a 101 anni. Era l’azzurra con il più remoto stato di servizio, in assoluto l’unica sopravvissuta dei Giochi di Berlino 1936. Si chiamava Ljubica – in slavo, amorina – ma per tutti era la Gabre, Gabre Gabric, vissuta sotto molte bandiere, sin da quella della nascita, avvenuta sotto l’etichetta “K und K”, Koenig und Kaiser, che appariva accanto al’immagine di Francesco Giuseppe. La Dalmazia, quando lei venne al mondo, era Imperial Regia.

Una vecchia foto bianco e nero la ritrae bella e misteriosa, come un’avventuriera delle trame di Eric Ambler.

Di Gabre non si conosceva di preciso l’età: forse era del ’17, ma i registri di Ellis Island, dove approdò con il piroscafo “President Wilson” nel 1923, attestano che la bambina aveva 9 anni: 17 ottobre 1914. Il padre Martin, ex ufficiale, non ebbe nulla da eccepire quando l’addetto all’emigrazione scrisse quella data, quell’età. Ma la Gabre americana dura poco: di lì a poco torna in Dalmazia, a Zara, e si ritrova suddita di Vittorio Emanuele III. Italiana.

E’ una piccola collezione di dati, di fatti che contribuisce a renderla un personaggio tramandato da un mondo sparito, la protagonista di un secolo che un famoso storico inglese ha definito breve e che a lei è servito a molte cose: portare la sua elegante figura sulle pedane del disco (non era ancora il tempo di certe draghesse: lo attestano le parabole appena oltre i 40 metri) e diventare fondatrice di una delle grandi dinastie dell’atletica italiana: Gabric-Calvesi-Ottoz sarebbe da scrivere di seguito, senza interpunzioni.

Sempre stata di lingua svelta, la Gabre. Quando andò ai Giochi di Berlino, le capitò di incontrare Adolf Hitler e lo definì “una  piccola persona insignificante , ma con occhi bestiali”. Il cancelliere era piuttosto assiduo all’Olympiastadion e naturalmente era presente quel giorno per la vittoria di Gisela Mauermayer, dotata di tessera del partito nazionalsocialista e con qualche noia al termine della guerra. Gabre finì decima per guadagnare posizioni (sesta) due anni dopo agli Europei di Vienna, i primi per le ragazze.

Durante la guerra conquistò due dei suoi quattro titoli italiani e a conflitto appena finito fece parte dell’avventurosa spedizione che, su un traballante Dakota, fece rotta per gli Europei di Oslo, il primo appuntamento che tornò a riunire gli atleti nel segno della pace e del ricordo di quelli che erano stati spazzati via. Chiuse con Londra ’48 e con 22 maglie azzurre.

Gli anni bresciani si prolungano nel tempo, accanto al marito Sandro Calvesi, libero docente di scienza e tecnica degli ostacoli, che scompare nel 1980: la poliglotta Gabre si ritrova a chiacchierare con gli allievi di Sandro che arrivano dalla Francia e dalla Gran Bretagna. C’è anche un ragazzo occhialuto, nato sulle rive del Mediterraneo, aostano, simpatico, ribaldo. Eddy Ottoz sposerà Liana Calvesi e Gabre diventerà la nonna di Laurent, Pilar e Patrick. Una nonna unica che anche con l’avanzare dell’età, con l’ingresso nella terza e nella quarta età, non rinuncia ad andare a saggiare la pedana del peso e del disco. Chi ha imparato quei gesti, non riesce a dimenticarli, finisce per condividerli con chi, in gioventù, si dedicava ad altre sfere. Uno è un suo magnifico compaesano, Ottavio Missoni. Gran razza, i dalmati. Le donne sono sempre state bellissime e i veneziani su quella costa tra gli uomini arruolavano i fanti de mar, i primi marines della storia.

Tra i Master, Gabre raccoglie quattordici titoli mondiali e europei e una raffica di record per una mrriade di categorie di età.

 

Fonte: Fidal (Federazione Italiana di Atletica Leggera)