Istria e Dalmazia, una passione adriatica
La storia di una lunga passione, di un lungo calvario nelle terre adriatiche: quello degli Italiani di Istria e Dalmazia, civilizzatori di quelle terre fin dai tempi della Serenissima Repubblica, fino allo scoppio degli opposti nazionalismi nella fase terminale dell’Impero austro-ungarico e alla contrapposizione con l’elemento slavo. Si scatena così una lotta, sobillata da Vienna secondo la logica perversa del “divide et impera”, tra l’elemento slavo lealista che risiede soprattutto negli interni montuosi di quelle terre e quello italiano prevalente nelle città e lungo la costa, per giungere fino al genocidio italiano per mano nazionalcomunista durante l’ultima guerra (epurazione politica delle foibe) e dopo (l’esodo giuliano-dalmata che costringe all’esilio il 90% della comunità italiana autoctona).
Questa tragica pagina di storia patria viene descritta e documentata dalla penna del giornalista e saggista Bruno De Donà, bellunese di origini istriane, studioso di storia veneta e risorgimentale. A lungo redattore de Il Gazzettino di Venezia, socio onorario dell’Ateneo di Treviso, vicepresidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, ci propone oggi una riflessione controcorrente sui nostri sfortunati compatrioti delle Terre Perdute, vittime del nazionalismo sloveno e croato ben camuffato dietro le bandiere rosse dell’esercito partigiano del Maresciallo Tito.
Prefazione di Antonio Sartori, collaboratore delle Edizioni della Lanterna, e nota di presentazione al libro di pugno dell’ Autore, incentrata sul dramma delle Terre Perdute.
Bruno De Donà, Istria e Dalmazia. Una passione adriatica, Edizioni della Lanterna, Pordenone 2024.