Le prime testimonianze di vita organizzata in Dalmazia, risalgono al primo millennio avanti Cristo quando la costa risulta abitata dalle tribù illiriche, stanziate, nello stesso periodo, anche in molte regioni italiane. Fioriscono successivamente lungo le coste e sulle isole numerose colonie greche. È nel III secolo a.C. che Roma entra nella storia adriatica.
Salona è in posizione protetta ma in diretto collegamento col mare, un fiume la rifornisce d’acqua dolce, le terre sono coltivate. Cesare la proclama città principale della provincia romana di Dalmazia, la città gli dedica una delle porte principali, e cresce. Nei secoli successivi, di relativa pace, Salona diventa un centro di 60 mila abitanti, con un anfiteatro per i giochi e templi per la preghiera. I resti della città, alle spalle di Spalato, sono ben visibili ancor oggi e rappresentato una delle mete più interessanti del turismo, un punto chiave dal quale iniziare l’esplorazione del territorio. Le sepolture e le chiese testimoniano gli albori del cristianesimo su queste coste, fortemente combattuto da un personaggio chiave della storia romana: l’imperatore Diocleziano. Nel suo nome conviene spostarsi a Spalato dove volle costruire la propria ricca dimora per testimoniare la sua grandezza ma anche per onorare il suo territorio di provenienza. Dopo il VII secolo l’arrivo degli Slavi riesce a mutare la composizione delle popolazioni locali che sulla costa e le isole rivela, ancor sempre, importanti collegamenti con la penisola italiana, in uno scambio ininterrotto commerciale, culturale ed artistico, nel segno di una comune civiltà.
L’avvento di Venezia trovò in Dalmazia una civiltà originale, fiorita sul primitivo tronco romano, un idioma e monumenti d’arte e costituzioni non inferiori a quelli che essa ebbe ad incontrare nelle altre terre delle Venezie. Dopo il 300, anche in Dalmazia, esplodono l’Umanesimo e il Rinascimento con gli stessi ritmi e le stesse cadenze che nelle regioni d’Italia.
La cittÀ dentro ad un palazzo
Oggi come duemila anni fa, il palazzo di Diocleziano è la città all’interno delle possenti mura di difesa. Si estende su una superficie di 38 mila metri quadri. Il muro meridionale misura 181 metri, quello settentrionale e quello a ovest 216 metri. Le mura hanno una larghezza media di 2 metri per un’altezza che va dai 24 metri del lato sud ai 17 metri di quello nord.
Delle 16 torri di difesa lungo le mura solo 3 si sono conservate. Il palazzo di Diocleziano con le splendide piazze interne vanta enormi sotterranei che solo dagli anni Cinquanta del nostro secolo sono oggetto di studio da parte degli archeologi. Nei sotterranei sono stati trovati elementi architettonici di alcuni templi che sorgevano sul perimetro del palazzo e che sono stati demoliti per far spazio alla monumentale dimora dell’Imperatore.
Diocleziano diede il via alla costruzione della sua reggia imperiale nel 293. I lavori terminarono nel 305 ed egli vi si trasferì stabilmente fino al 313, data della sua morte. Le mura esterne, conservate quasi intatte, raggiungono in alcuni punti i 28 metri di altezza. Rimangono tre delle quattro possenti torri originarie. Sul lato che guarda il mare sono ancora oggi ben visibili le 38 colonne che servivano a sostenere il portico adiacente agli appartamenti imperiali. All’interno del Palazzo, nel Peristilio, spicca la cattedrale di S. Doimo che era all’origine il mausoleo ottagonale dell’Imperatore costruito alla fine del III secolo e al quale si accede da una scalinata di 24 scalini molto alti. All’interno alcune colonne corinzie con fregi e medaglioni. Nel corso dei secoli al mausoleo sono stati aggiunti altri elementi per trasformarlo in una cattedrale con tutti gli elementi tipici di una chiesa cristiana. Sovrasta il peristilio il campanile romanico del XIII secolo che è stato demolito e ricostruito nel 1908.
Dall’altra parte della cattedrale, gli archi del peristilio sono stati murati nel Medioevo per costruirvi un palazzo. Più tardi, in epoca veneziana, su quelle stesse mura, sono state aperte delle finestre in stile gotico fiorito e, successivamente, barocche. Per ammirare questo spettacolo ci si può sedere all’aperto ai tavoli del bel caffè Luxor ricavato proprio tra le colonne del peristilio. Sul lato che guarda il mare è ancora intatto il grandioso arco con trabeazione che conduceva agli appartamenti imperiali. Diocleziano saliva quella stessa scala per andare verso il vestibolo. Un’altra scala porta invece in basso, verso porta Aenea, da dove si sbuca sul lungomare. Dalla parte opposta si incrociano il cardo e il decumano. Ieri come oggi questo è uno dei punti più animati della città. C’è un continuo via vai di gente che arriva dalla porta d’Argento, dove si tiene il mercato, e che si dirige verso la piazza, attraverso la porta di Ferro.
I palazzi in questa zona hanno perso parte dei tratti veneziani, ben riconoscibili invece nel Municipio, di stile gotico fiorito.
La città di Spalato è meta di numerosi turisti durante tutto l’anno. D’estate diventa palcoscenico di manifestazioni e spettacoli di musica, balletto, moda e teatro, di grande richiamo per il pubblico nazionale ed estero.
Non ci sono molti alberghi a Spalato, l’industria alberghiera è concentrata nelle piccole località in riva al mare ma soprattutto sulle isole. Nel centro storico ci sono alcuni alberghi di medio livello per gli ospiti di passaggio. Sul lungomare è il Bellevue. Il Park si trova in mezzo al verde, rivolto al mare. Ma i migliori sono senz’altro gli alberghi privati che stanno sorgendo in tutta la zona. Accanto alla classica offerta, propongono ai propri clienti gite in canoa sul fiume Cetina e impegnative discese di rafting sul fiume Ruda nei pressi di Kamesnica. Ottima la cucina: si mangia alla maniera dalmata e c’è la possibilità di assaggiare un antico piatto che ritroviamo anche in altri Paesi del Mediterraneo, “arambascici”, ovvero involtini di carne in foglia di cavolo.
La riviera dei Castelli (Kaštela), è una zona verdeggiante e fertile di una ventina di chilometri circa, a nord di Spalato. Da Spalato verso sud si susseguono piccole località balneari.
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