La brigata Osoppo e la Resistenza al confine orientale italiano
L’Associazione Partigiani Osoppo non svolge solamente cerimonie commemorative della brigata partigiana di ispirazione patriottica che è diventata celebre per essere stata attaccata e privata dei suoi vertici dai partigiani comunisti della brigata Garibaldi – Natisone durante la strage delle malghe di Porzus nel febbraio 1945. La Osoppo si opponeva non solo ai nazifascisti ma anche alle mire espansionistiche della nascente Jugoslavia comunista nei confronti della Venezia Giulia e del Friuli orientale, laddove i “garibaldini” della Natisone avevano anteposto la fede comunista all’appartenenza nazionale: piuttosto che appartenere all’Italia nella sfera d’influenza capitalista americana, era per costoro preferibile entrare a far parte dello Stato che Tito stava forgiando sul modello dell’Unione Sovietica.
Tale contrapposizione era nota, tanto che ci furono tentativi di abboccamento da parte di emissari della Divisione Decima che il comandante Junio Valerio Borghese aveva schierato lungo il confine orientale per prevenire una seconda ondata di stragi nelle foibe a guerra finita, agendo in maniera autonoma tanto dai vertici militari della Repubblica Sociale Italiana quanto dai comandi tedeschi della Zona di Operazioni Litorale Adriatico, ma non ne scaturì nulla.
Frequenti sono le iniziative di testimonianza svolte dagli ultimi reduci, con la più che centenaria Paola Del Din (Medaglia d’oro al valor militare) ancora lucida e attiva, ma anche la produzione pubblicistica è frequente e ben documentata.
Nella giornata odierna del 25 Aprile segnaliamo alcune pubblicazioni che sono state recentemente presentate ed in merito alle quali possono essere richieste informazioni all’Associazione scrivendo a: info@partigianiosoppo.it
Roberto Volpetti, I Pasolini. Guido e Pier Paolo, Resistenza e libertà, Gaspari, Udine 2023.
I documenti conservati negli archivi dell’Associazione Partigiani Osoppo relativi ai fratelli Pasolini, Guido “Ermes” e Pier Paolo, riguardanti la militanza di “Ermes” nelle sue fila nella lotta di Liberazione e la sua brutale uccisione a Porzus, sono stati sistematizzati in questo libro che riporta, per la prima volta, le testimonianze e la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Udine al termine del processo intentato dalla famiglia Pasolini. La puntuale ricostruzione degli eventi, è arricchita dalla corrispondenza tra il padre Carlo Pasolini e l’avvocato, nonché da quella tra “Ermes” e Pier Paolo che dedica al fratello versi struggenti.
Alessandro Carlini, Nome in codice: Renata. Storia di Paola Del Din, combattente della Resistenza e agente segreto, UTET, Torino 2023.
«Le dissi che Renato era morto e anche che avevo accettato la missione offertami dalla Osoppo. E poi aggiunsi: “Mamma, se non piangi mi porti fortuna”. Lei non pianse, anzi, mi rincuorò dicendo che non avrei dovuto portare da sola il peso della morte di mio fratello. Poi mi incitò a partire presto, perché altrimenti la morte di Renato sarebbe stata inutile.»
Fino all’8 settembre del 1943, Paola Del Din era solo una studentessa di Lettere. Cresciuta in una famiglia di militari, amava leggere e tirare di scherma. Sarebbe diventata insegnante, un giorno. Ma dopo l’armistizio, la Storia pretende una scelta di campo: o con il re, o con Mussolini. Il padre Prospero è già lontano, prigioniero di guerra, allora sta al figlio Renato prendere le armi con la brigata Osoppo, e resistere ai nazifascisti nelle terre insidiose del Friuli. Paola collabora, fa la staffetta, aiuta come può. Ma tutto sta di nuovo per cambiare.
Nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 1944, esattamente un anno prima della Liberazione, Renato viene ucciso durante un assalto a una caserma repubblichina. A quel punto, Paola non ha scelta: deve raccogliere l’eredità di Renato, e combattere finalmente in prima linea. Ma lo farà a suo modo.
Accetta una missione ad alto rischio per la Osoppo e i servizi segreti britannici: attraversare l’Italia per consegnare un plico top secret ai comandanti alleati. In mezzo ai documenti che porta nascosti tra i vestiti, preziosissima, c’è la richiesta di una medaglia al valore per la memoria di Renato. Ed è in onore del fratello che sceglie il suo nome in codice ufficiale: Renata.
La sua è una discesa agli inferi di un paese devastato, immerso nella notte cupa dell’occupazione nazifascista, rischiarata solo dai lampi crudeli dei mortai e degli spari. Alla fine Paola Del Din, combattente e patriota della brigata Osoppo-Friuli, agente pro tempore dello Special Operations Executive (SOE) britannico, si guadagnerà una medaglia d’oro al valor militare della Repubblica italiana, arrivando persino a paracadutarsi, dopo un addestramento di pochissimi giorni, nel Nordest sconvolto dalla guerra. Agenti segreti dandy e questurini doppiogiochisti, preti coraggiosi, sortite audaci e feroci rappresaglie, ma anche i duri contrasti fra osovani e garibaldini che portarono all’eccidio di Porzûs: Alessandro Carlini ricostruisce per la prima volta la storia completa di Paola Del Din, alternando la viva voce della donna, oggi sulla soglia dei cento anni, e i molti documenti consultati, tra cui i file riservati del servizio segreto britannico.
Gerardo Severino, Antonio Pilo, un’eroica fiamma gialla. Combattente per la libertà dei popoli, Delfino, Sassari 2024.
La figura di Antonio Pilo è assai significativa: nato a Sassari nel 1915, fu arruolato nella Guardia di Finanza e prestò servizio in varie località della Venezia Giulia; dopo l’8 settembre del 1943 entrò a far parte della Brigata Osoppo; nel dicembre del 1944 fu catturato dai tedeschi, e tradotto presso il campo di concentramento di Dachau dove morì pochi giorni prima della liberazione. Attraverso questa pubblicazione, l’autore ha voluto ricostruire l’importante apporto della Guardia di Finanza nella resistenza osovana e che ha visto il tributo di sangue di numerosi appartenenti alle Fiamme gialle.
Jurij Cozianin, La libertà in un fazzoletto verde. Partigiani stranieri con la “Osoppo-Friuli”, APO, Udine 2024.
Della irripetibile storia della Osoppo Friuli hanno fatto parte anche prigionieri di guerra Alleati, disertori della Wehrmacht o di altri contingenti militari che decisero di riscattare la propria condizione attraverso il generoso contributo alla Guerra di Liberazione, in alcuni casi anche con il sacrificio della vita.
Il libro di Jurij Cozianin contribuisce a farne conoscere le scelte, i destini personali, arricchendo la storiografica osovana, motivata dal dovere della memoria e dalla gratitudine per quanto essi hanno volontariamente dato alla Resistenza, onorando la generosa solidarietà ricevuta dai friulani e la possibilità offerta loro dai Fazzoletti Verdi.
Alessandro Carlini, Se il fuoco ci desidera. Breve vita di Renato Del Din, che l’8 settembre 1943 scelse la libertà, UTET, Torino 2024.
«Sente la montagna», dice di lui il comandante. Nell’estate del 1943, Renato Del Din si distingue per preparazione e istinto da scalatore, e lui stesso trova un incanto speciale lassù tra le Dolomiti, dove non arrivano gli echi terribili della guerra. Ma non appena viene assegnato come sottotenente degli alpini a un battaglione della divisione Julia si trova davanti alla scelta più importante della sua vita: scoccato l’armistizio, sbandato l’esercito, si tratta di decidere se seguire Mussolini tra le forze repubblichine o ribellarsi ai nazifascisti.
Renato pensa a suo padre Prospero, prigioniero in India, che mai aveva voluto prestare giuramento al duce; pensa a sua madre Ines e a sua sorella Paola a Udine, mentre i tedeschi la occupano usando il pugno di ferro; pensa agli ideali risorgimentali, che lo infiammano ancora, e scrive su un foglio una poesia, che inizia così: «Se il fuoco ci desidera, il fuoco ci prenda». Renato quell’8 settembre scelse la libertà, diventando tra i primi animatori delle brigate Osoppo, cuore della Resistenza in Friuli. In sette mesi furibondi di sortite, azioni e sabotaggi, la sua formazione divenne una spina nel fianco per i nazifascisti, fino alla terribile notte in cui Renato in persona guidò un attacco eroico a una caserma della milizia, trovando la morte. Era il 25 aprile 1944, esattamente un anno prima della Liberazione. Renato aveva ventun anni.
Nell’ottantesimo anniversario, Alessandro Carlini ricostruisce la brevissima vita di questo ufficiale e partigiano “perfetto”, grazie agli scritti e alle lettere inedite di Renato, e ai ricordi della sorella Paola Del Din, che dopo la morte del fratello portò avanti il suo nome e la sua battaglia.
Lorenzo Salimbeni