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November 5th, 2024
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MattarellaRicordo

La legge 92/2004 del Giorno del Ricordo vuol dire Madre-Patria, solidarietà, democrazia, libertà.

Va ‘ pensiero…Patria o Madre-Patria, la terra degli avi.

Si parla molto ultimamente di Patria in Italia per scopi politici e di identità culturale. È un bene che se ne parli e se ne riscopra il valore antico e ideale. Un termine che nel lungo secondo dopoguerra divenne desueto e ostico alla cultura politica dominante del pensiero unico, che utilizzava volentieri l’antifascismo per uniformare a sé ogni forma di azione e di pensiero politico alternativo. Un noto intellettuale, Galli Della Loggia, parlò anni fa in un suo saggio di ” Morte della Patria”, denunciando e cercando di spiegare un lungo e ingiusto processo di rimozione di un alto concetto ideale, culturale e storico. Carlo Azeglio Ciampi, che onorò per primo all’Altare della Patria il Giorno del Ricordo, diede nuovo impulso al tricolore e al concetto di Patria, terra degli avi. La Patria accoglie un popolo, una nazione, che si dà forma di Stato.

Per gli esuli giuliano dalmati è particolarmente innato il concetto di Madrepatria. Con questa parola onnicomprensiva il mio maestro esule Lodovico Zeriav del Carso fiumano ci educava a noi bambini ad amarla e rispettarla sempre, anche se in Penisola nella desolazione dei campi profughi la Madre-Patria per ingiuste politiche appariva spesso una cattiva matrigna. Madre-Patria… così sono e siamo cresciuti. Ogni sabato il nostro maestro Zeriav con la maestra Cecilia Leggeri esule da Pola riunivano le classi per intonare il nostro inno nazionale Fratelli d’Italia!

Non è per fascismo e non è per nazionalismo che condivido questo mio ricordo, ma per trasmettere un frammento di vita vissuta da bambino in cui con sentimenti puri e di speranza auguravamo il bene al nostro popolo, alla nostra nazione in fratellanza con le altre nazioni. Il prezzo più alto, dopo la sconfitta nella Seconda guerra mondiale, lo ha pagato sicuramente la grande comunità giuliano-dalmata. Questo riconoscimento agli esuli non viene tributato da studiosi come Montanari, Gobetti, Barbero, D’Orsi, Rizzo ecc.; eppure

dovrebbero conoscere la storia di tanti sacrifici e tragedie culminate nell’ esodo e nelle foibe, oltre all’ omissione colpevole di tanta vicenda nei libri di scuola. Anche per queste persone, a digiuno di storia del confine orientale, il Giorno del Ricordo va custodito e difeso. Buon Natale a tutti gli italiani .

Marino Micich
Direttore Archivio Museo storico di Fiume – figlio di esuli dalmati