“La Primavera di Zagabria” soffocata da Tito e ignorata dall’Occidente
Nella Zagabria del 1971, sospesa tra la Jugoslavia di Tito e un nuovo sentimento indipendentista, due giovani si incontrano all’università e si innamorano. Spinti dal desiderio di libertà e di democrazia, seguono l’onda delle proteste studentesche e la guida di politici riformisti che promettono cambiamenti. Sono due personaggi immaginari, due innamorati che vivono la primavera della loro esistenza e in un gioco di specchi riflettono la vita dei personaggi veri che hanno animato quel movimento.
La Primavera di Zagabria come quella di Praga, con la consapevolezza di vivere in una dittatura e quell’anelito di libertà, quella spinta a volersi ribellare a qualunque costo che alla fine distruggerà le illusioni. I fatti vengono evocati dopo cinquant’anni in un percorso introspettivo nella memoria, tra gli spettri del passato e le incognite del presente.
Un viaggio verso Zagabria e all’interno della Croazia, in una terra segnata da contrasti naturali, furie ideologiche e il ricordo di un amore mai dimenticato. I flash back del protagonista raccontano la repressione di Tito, la violenta reazione che ha stroncato il movimento studentesco e terminato la carriera dei politici riformisti, con migliaia di arresti, decine di migliaia di espulsi dal partito e perseguitati, la chiusura di giornali e associazioni, la reclusione di uomini di cultura e docenti universitari. Una repressione che l’Occidente ha finto di non vedere, in un clima di esaltante ammirazione per il maresciallo Tito e la sua Jugoslavia.
La Primavera di Zagabria racconta un movimento politico e studentesco, una richiesta di democrazia e indipendenza nella Jugoslavia federale di Tito e la sua dura repressione. Protagonisti due giovani studenti, due personaggi immaginari che in un gioco
di specchi riflettono la vita di personaggi veri, e viceversa. Su tutti loro si abbatte la furiosa reazione del regime che arresta, perseguita, minaccia e distrugge le vite di migliaia di persone. Il silenzio assordante del mondo occidentale e il silenzio imposto da Tito viaggiano di pari passo e la Primavera croata viene taciuta dal mondo intero. Passeranno due decenni, fino alla guerra che smembrerà la Jugoslavia e farà riemergere antiche ferite e vecchi rancori. In un viaggio nella memoria e nella storia, il protagonista scopre un’amara verità e trova una nuova consapevolezza nel crepuscolo della sua vita.
La “purga” durata anni non ha risparmiato nessuno, imponendo un lungo silenzio riguardo ai fatti accaduti. L’instabilità politica, sempre più evidente dopo la morte di Tito, condusse il paese allo sfascio e ad una guerra sanguinosa nel cuore dell’Europa. Il protagonista invecchiato, l’intellettuale borghese chiuso nella sua torre d’avorio, sarà costretto a fare i conti con una verità devastante che viene da lontano. Nel suo vagare tra i viali di Zagabria e la desolazione di un campo di prigionia, il passato e il presente si riflettono l’uno nell’altro e i mutamenti storici, le ideologie superate, fanno da corollario ad una storia umana piena di silenzi e di verità celate. Davanti alla realtà dei tempi, il protagonista si chiede se sia valso la pena credere, sperare in un cambiamento, in un futuro possibile. Non trova risposte, solo la consapevolezza che in quella primavera ha condiviso un ideale e un amore che è valso la pena vivere.
Gabriella Chmet è nata a Capodistria nel 1973, ha vissuto gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in Istria, nell’ex Jugoslavia. Autrice di romanzi e libri di viaggio, ha affrontando tematiche storiche legate all’esodo e ai rimasti in Istria. Autrice e blogger da diversi anni, racconta il presente e il passato di un angolo di mondo confinario ancora poco conosciuto, caratterizzato da stridenti quanto affascinanti contrasti di popoli e culture. Con Luglio Editore ha pubblicato nel 2021 il fortunato L’Abisso socialista. Memorie di una ex jugoslava.
Gabriella Chmet, La Primavera di Zagabria, Luglio, Trieste 2022, € 12,00