L’architettura sociale di Giuseppe Pagano
La professoressa Flavia Marcello, docente all’Università Swinburne di Melbourne, esperta riconosciuta dell’architettura nel periodo fascista, ha scritto un libro in inglese Giuseppe Pagano: Design for Social Change in Fascist Italy (Intellect, Bristol 2020), avvalendosi anche della consulenza di Cesare De Seta, il quale già nel 1976 aveva scritto un importante volume sull’architetto parentino, arrivato alla terza edizione aggiornata nel 2008. Una videoconferenza di presentazione del libro, che può essere acquistato pure in formato Kindle, è stata organizzata dal gruppo Facebook Architettura razionalista italiana, grazie alla sinergia con l’Associazione Amici della Fondazione Spirito-De Felice, sede di Terni.
La professoressa Marcello ha riassunto il contenuto del suo libro, partendo dall’infanzia di Pagano a Parenzo, dove il padre Antonio, in seguito deputato del Regno, gli insegnò l’amore per l’Italia nonostante fossero sudditi dell’Impero Austroungarico. Così il ragazzo venne mandato a frequentare il liceo classico a Trieste, ospite degli Stuparich, e allo scoppio della guerra, scappò in Italia per arruolarsi nell’esercito italiano. Nel 1919, partecipò all’impresa di Fiume, e la Carta del Carnaro influenzò i suoi propositi di rinnovamento artistico e sociale. Nel 1920 fondò a Parenzo il Fascio locale per convinzione profonda agli ideali fascisti, studiando quindi architettura appunto per poterli realizzare in quel campo e in modo concreto.
Ebbe numerose e importantissime committenze, realizzando non solo edifici ancora adesso considerati capolavori assoluti, come l’Istituto di Fisica a Roma, alla Città Universitaria, e la Bocconi a Milano, ma operando in qualità di Magister a 360 gradi, curando anche la scelta di materiali innovativi e gli arredi interni.
Dopo il 1942, si staccò dal Fascismo e quindi dalla RSI per aderire alla Resistenza. Venne imprigionato e nonostante la detenzione eseguì dei bellissimi disegni , di edifici sempre rigorosamente in sintonia coi suoi ideali di architettura intesa come attività non solo artistica ma sociale.
L’architetto Danilo Pirro e il dottor Pietro Casavecchia hanno dialogato quindi con l’autrice e hanno lanciato la proposta di tradurre il libro in italiano, visto che un architetto così importante merita senz’altro di venire maggiormente conosciuto e studiato.
Devo ricordare che l’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, grazie al Comitato di Roma, ha già provveduto a tenere delle conferenze su Giuseppe Pagano. Inoltre un capitolo del catalogo della Mostra Arte dell’Adriatico Orientale a Roma e nel Lazio, dal V secolo ad oggi (ANVGD Roma, 2020), è dedicato appunto alla figura dell’architetto parentino. Siamo fiduciosi di poter tenere entro quest’anno la seconda edizione della mostra, la cui seconda edizione si sarebbe dovuta tenere nel 2020, ma è stata rinviata per il Covid, al fine di dare il nostro contributo alla divulgazione della nostra presenza nel campo della storia dell’arte italiana, auspicando che a Giuseppe Pagano e agli altri artisti dell’Adriatico orientale venga dato il giusto riconoscimento ampiamente meritato.
Per chi fosse interessato ad assistere alla videoconferenza, registrata e messa online, può collegarsi al sito
https://www.facebook.com/552836208169142/videos/938827576950640
Eufemia Giuliana Budicin
Fonte: Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia