Le attrici istriane, giuliane e dalmate
Quando si parla di donne nel cinema, di donne collegate a Trieste, all’Istria e alla Dalmazia il primo pensiero va ad Alida Valli.
L’attrice nata a Pola, di cui quest’anno si celebra il centenario della nascita, è la figura più importante e significativa, quella che ha veramente una dimensione internazionale e che ha lasciato una traccia di rilievo nella storia del cinema. Ma ci sono tante altre attrici che meritano di essere ricordare o citate senza per questo voler essere completi, visto l’alto numero di presenze, soprattutto istriane, fiumane e triestine. Non si può non partire da Laura Antonelli, anche lei nata a Pola, che di cognome faceva Antonaz e che quest’anno avrebbe compiuto 80 anni. Laura da bambina con la sua famiglia è profuga durante l’esodo istriano. Prima è a Napoli poi a Roma e negli anni Sessanta comincia la sua carriera cinematografica fino a scalare le tappe che la portano nel 1973 con “Malizia” a diventare l’icona sexy del cinema italiano. Il film viene visto in Italia da più di 11 milioni di spettatori al cinema, un successo straordinario e la Antonelli vince anche il Nastro d’Argento come miglior attrice protagonista. Poi nella sua carriera recita con registi come Patroni Griffi, Chabrol, Visconti, Risi, Comencini, Bolognini, Zampa, anche se la sua parabola cinematografica si chiuderà presto, appena cinquantenne.
Per restare in Istria una citazione la merita Femi Benussi nata nel 1945 a Rovigno, il suo vero nome è Eufemia come la patrona della sua città natale. A vent’anni Pasquale Festa Campanile la nota per la sua bellezza e la vuole nel film “Una vergine per il principe” a fianco di Vittorio Gassman e Virna Lisi, poi è nel cast di “Uccellacci e uccellini” di Pier Paolo Pasolini, insieme a Totò e a Ninetto Davoli, un’opera cha va anche al festival di Cannes. Femi diventa una piccola stella dei film di genere spaziando dalla commedia al western, dal film d’azione al poliziesco, dalla commedia boccaccesca e sexy a qualche digressione d’autore.
Andando verso Fiume, oltre alle sorelle Irma ed Emma Gramatica (anche se Emma era nata in Emilia), bisogna ricordare una ragazza, Claudia Scrobogna nata nel 1919 nella città liburnica. Nel 1938 partecipa ad un concorso dell’Era per volti nuovi del cinema e lo vince ex-aequo con la triestina Laura Solari. Le due aspiranti attrici debuttano insieme nel film diretto da Camillo Mastrocinque “L’orologio a cucù” che ha come protagonista Vittorio De Sica. Claudia si cambia il nome in Oretta, ma ha anche un cognome poco cinematografico e decide di cambiarlo prendendo in omaggio quello della sua città. Diventerà così Oretta Fiume. La sua carriera si concentrerà soprattutto nei dieci anni successivi lavorando, tra gli altri, con Alessandro Blasetti, Eduardo De Filippo, Mario Bonnard. Ma nel 1960 riappare in una piccola parte ne “La dolce vita” di Federico Fellini e poi qualche anno dopo è nel cast di “Thrilling”, nell’episodio diretto da Carlo Lizzani e che ha come protagonista Alberto Sordi.
Si citava prima l’attrice triestina Laura Solari (il vero cognome è Camaur) che avrà una carriera trentennale lavorando non solo nel cinema, ma anche in teatro e poi in televisione. La Solari avrà subito un gran successo e diventerà una delle attrici più popolari e amate dei primi anni Quaranta lavorando molto con il regista Camillo Mastrocinque e insieme al rovignese Antonio Gandusio, ad Enrico Viarisio, a Ruggero Ruggeri, Sergio Tofano, Fosco Giachetti. Nel 1947 sarà protagonista, insieme ad Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, di “Il vento m’ha cantato una canzone” una commedia diretta ancora da Mastrocinque. Poi tanto teatro, ma nel 1953 è nel cast di “Il mondo le condanna” di Gianni Franciolini con Alida Valli e Amedeo Nazzari e anche di “Vacanze romane” di William Wyler con l’accoppiata Gregory Peck e Audrey Hepburn.
Restando sulle attrici triestine se ne potrebbero citare molte, da Fulvia Franco a Elvy Lissiak, da Jole Silvani a Edy Vessel, da Lyla Rocco a Rada Rassimov e Federica Ranchi, senza dimenticare Elsa Merlini. Fulvia Franco, nata nel 1931, venne eletta Miss Italia nel 1948 quando c’era ancora il Territorio Libero di Trieste e poi coinvolta subito al cinema perché per la vincitrice era prevista una parte in un film con Totò che era membro della giuria. E sarà diretta da Mario Mattoli in “Totò al Giro d’Italia”. Sarà l’inizio di una carriera che la porterà ad attraversare gli anni Cinquanta e Sessanta (nel 1950 sposa il pugile e poi attore Tiberio Mitri) e a lavorare ancora con Totò, ma anche con Erminio Macario, Nino Taranto, Alberto Sordi, Peppino De Filippo e Nino Manfredi.
Da ricordare anche Elvy Lissiak, nata nel 1929, che giunge al cinema quasi per caso scelta da Luciano Emmer nel 1949 per “Domenica d’agosto”. Elvy (il vero nome è Elvira) interpreta una ragazza del popolo attratta dal mondo dei ricchi, tanto da abbandonare un giovanotto che le vuole bene e che poi si complicherà la vita. Seguono subito dopo dei film d’avventura con Vittorio Gassman (di cui, per un breve periodo, è compagna anche nella vita), “Lo sparviero del Nilo” e “Il leone di Amalfi”. Poi da ricordare anche la sua partecipazione nel cast di “Trieste mia!” di Mario Costa con Luciano Tajoli e Milly Vitale. Nel 1962 sarà nel cast di “Lo smemorato di Collegno” di Sergio Corbucci dove interpreta il ruolo di una profuga istriana.
Alessandro Cuk
Fonte: Il Piccolo – 25/05/2021
Rubrica Lettori del Piccolo da 140 anni, a cura del Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana, Istriana, Fiumana e Dalmata di Trieste (CDM) e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD)