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Maranzana Silvio Trieste Files Luglio

Le verità nascoste di Trieste dalla Seconda guerra mondiale a oggi

“Un nuovo salotto letterario e un nuovo libro” sono state le parole con cui il giornalista, nelle vesti di moderatore, Francesco Cardella, ha presentato la nuova opera ‘Trieste Files – Le verità nascoste dalla seconda guerra ad oggi‘ (Luglio Editore, 2024) di Silvio Maranzana. Si trattava infatti della nuova sala per le presentazioni della Luglio, collocata nella ‘vecchia’ Galleria Rossoni. Ma di che cosa tratta ‘Trieste Files’? Oltre vent’anni di giornalismo condensate in un libro, decine di reportage attraverso il mondo, con il minimo comun denominatore di avere un unico giornale (Il Piccolo di Trieste), un unico tema (la geopolitica) e un unico filo rosso (Trieste).

Il libro che si avvale di un’introduzione di Veit Heinichen, scrittore che ha più volte confessato di aver liberamente tratto ispirazione dalle vicende di cronaca nera indagate da Maranzana, è stato discusso dall’autore, dall’editore Luglio, da Paolo Gropuzzo, ex Questore e già Comandante dei NOCS (Nucleo Operativo Centrale Sicurezza della Polizia) e da Alberto Bollis, vice direttore esecutivo dei quotidiani Gruppo NEM.

“Volevo evidenziare tre aspetti particolari del mio lavoro – ha esordito Maranzana – un giornalismo ‘on the road, cioè fatto sul posto, senza internet, telefoni, insomma visitando direttamente il luogo; un rovesciamento geografico dove s’indaga il punto di arrivo di tante vicende che poi trovano la conclusione a Trieste, ad esempio dove partivano i primi clandestini della Rotta Balcanica negli anni Novanta, al confine tra Romania e Moldavia, oppure la partenza delle portacontainer dalla Cina o ancora i traghetti da Istanbul; e infine l’involontaria cronaca della storia di Trieste dal 1945 ad oggi, testimoniata dall’attività giornalistica”.
Il libro, ha osservato Maranzana, tratta in particolar modo “la storia di Trieste a seguito della dissoluzione dei regimi comunisti”, ad esempio “la fallita saldatura tra la criminalità croata e la mafia del Brenta” con “il tentativo sventato di insediamento nel Borgo Teresiano”.
Ma non mancano soprattutto i fantasmi e i criminali di guerra del secondo conflitto mondiale e delle guerre balcaniche degli anni Novanta: Maranzana intervista il cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal, Mirdamat Seyidov, nome in codice Igor Ruskj, partigiano azero autore dell’attentato al cinema Opicina nella Trieste nazista, i criminali delle foibe, i boss di traffici di armi, le mogli degli specialisti dello sterminio balcanici e i primi grandi passeur e scafisti. Senza dimenticare le figure politiche, due nomi su tutti; Francesco Cossiga e Armando Cossutta.

Un giornalismo d’altri tempi; e in effetti Bollis ha osservato che “il giornalismo è cambiato, si è allargata la base, sebbene permanga un profondo gap di professionalità”. Però Bollis è ottimista, “c’è lo spazio per fare un buon giornalismo tutt’oggi; i freelance hanno più possibilità, mi viene in mente l’esempio di Cecilia Sala”. Nel caso del libro di Maranzana affiora “lo stile della cronaca, diretto, con il microfono sotto il naso, la telecamera sulla spalla…”. Una prospettiva utile, perchè “Maranzana ha raccontato la storia con la S maiuscola, è riuscito a percepirla”. E infatti “tutt’oggi la storia ci sta passando addosso, ma facciamo fatica a registrarla”; pertanto “la lettura di quei fatti trasposti all’oggi permette di capirli meglio”.

Un vivido realismo confermato anche dal questore Gropuzzo che ha osservato che “Maranzana descrive i luoghi e la cultura degli stessi, con una forte attenzione all’elemento sociale e umano. Lo si vede ad esempio nel capitolo dedicato a Trieste porta dell’Islam“.
Gropuzzo ha osservato, con humor nero, come nella sua esperienza professionale e come nello stesso libro di Maranzana “tutti i criminali stranieri usano il termine italiano ‘mafia’, anche nei Balcani e in Europa orientale, è un nome di grande successo”.

Ma c’è mai stato, hanno chiesto, un momento di paura per Maranzana durante i suoi reportage? Ebbene “ricordo quando eravamo alla cena di un ex alto ufficiale croato e di un boss dei traffici, dove ci hanno spiegato come avveniva il trasferimento di 17mila tonnellate di sigarette di contrabbando”. Traffici balcanici, con Trieste porta d’oriente.

Zeno Saracino
Fonte: Trieste News – 27/04/2024