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L’esodo istriano raccontato dal musicista triestino Mario Fragiacomo

È andato in scena lunedì 18 marzo, al Caffè degli Specchi un originale e personalissimo recital musico-letterario dedicato all’esodo istriano, tratto dal libro-cd “Quella tromba di latta”, del musicista triestino Mario Fragiacomo. La rappresentazione, che si avvarrà della partecipazione di Fragiacomo al flicorno, tromba ed effetti sonori e della voce di Sabrina Sparti, sarà proposta in occasione del cocktail di benvenuto offerto per l’apertura dei lavori del 9° Congresso dell’International Society for Cultural History, cui partecipano un centinaio di storici della cultura provenienti da tutto il mondo.

Aperta al pubblico, la performance sarà un modo per far conoscere anche agli ospiti del Congresso alcuni aspetti della controversa storia di Trieste, dell’Istria e della Dalmazia. Il recital s’ispira al libro che Fragiacomo ha scritto insieme a Luigi Maria Guicciardi per Luglio Editore, un volume che racconta la peculiare esperienza di vita del trombettista triestino di origine istriana. Una storia personale “dal confine orientale” d’Italia, che va inevitabilmente ad intrecciarsi con la drammatica esperienza dell’esodo di istriani, fiumani e dalmati dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Fragiacomo, uno degli ultimi testimoni viventi dell’esodo, narra vicende che ha provato sulla propria pelle, ripercorrendole nel libro non con gli occhi dello storico, ma con quelli del musicista, guidato dall’esplicito desiderio di far conoscere al pubblico una storia troppo a lungo dimenticata. In “Quella tromba di latta” trovano spazio le baracche del campo profughi di Padriciano e di Campo Marzio, l’hangar 26 del Porto Vecchio, il Silos. Proprio nel Silos, terra di nessuno dell’allora Territorio Libero di Trieste, Fragiacomo, ancora adolescente, trovò e fece propria quella tromba di latta che dà il titolo al libro, uno strumento scalcinato e abbandonato che grazie a lui ebbe nuova vita.

Scrive Giorgio Gaslini, primo maestro di musica jazz di Fragiacomo, nella prefazione al libro: “Si tratta, a mio avviso, di un’opera “epica”, che ci riporta ai poemi omerici per la sua ricchissima, precisa, storia del travaglio politico e umano della vicenda istriana tra le due guerre, ma anche intessuta di presenze eroiche, di sacrifici e dolori e di stragi incommensurabili, di contesti, di macerie sulle quali svettano figure nuove, come appunto quella del giovane trombettista Mario Fragiacomo, raccontata come un graffito, con un amore e una partecipazione di Odisseo commovente”.

“Abbiamo deciso di proporre questa performance al pubblico triestino e agli ospiti di questo importante Congresso dedicato alla storia culturale – spiega la prof.ssa Gabriella Valera, direttrice scientifica della convention, in calendario dal 18 al 22 luglio presso l’Università giuliana – per sottolineare ai partecipanti di tutto il mondo come il cuore multiculturale di Trieste, segnato profondamente dalle vicende dell’esodo, nasca anche dal riscatto di libertà che viene dalla poesia e dall’arte, che in Fragiacomo vuole trovare un linguaggio che ecceda i confini, pur conservando le memorie”.

Trieste All News, 20 luglio 2016