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Arsia – 28 Febbraio 1940

Arsia – 28 Febbraio 1940

Autore: Circolo di Cultura Istro-Veneta
Anno di pubblicazione: 2007
Casa editrice: Circolo di Cultura Istro_Veneta "Istria" - Trieste

Annunciata dal lugubre lamento della sirena in quell’alba ferita, rossa di sangue e nera di carbone, si compì la sconfitta della notte per un giorno pieno di lutti, di pena. Il più grande disastro minerario d’Italia: Arsia – Arsa 1940: 28 febbraio Contrariamente ad una diffusa convinzione, non è lo scoppio di Martinelle la peggiore catastrofe mineraria italiana, ancorché occorsa in Belgio. La tragedia più grande fu quella dell’Arsia – Arsa il 28 febbraio del 1940, all’interno di quello che allora era all’epoca territorio nazionale italiano, dunque, con 185 morti, cento in più delle vittime italiane a Martinelle. Stando ai rapporti dei reali carabinieri, il terribile incidente fu causato dalla riduzione delle misure di sicurezza legato alla necessità di intensificare la produzione: lo scoppio della guerra aveva causato il blocco navale delle carboniere tedesche dirette in Italia ancora belligerante, ma ormai decisa a schierarsi con Hitler. Le vicende di confine hanno prodotto una rimozione sui morti dell’Arsa: i caduti sono stati considerati croati dall’Italia, italiani e per di più fascisti dai croati. In realtà tra le maestranze ed i caduti vi furono degli italiani, sloveni e croati (evidentemente una grande commistione), nonché immigrati da tutto il nord Italia, dalla Toscana e dalla Sardegna. Il bacino dell’Arsa fu il più grande impianto estrattivo d’Italia, e successivamente di Croazia. Significativo a questo proposito il discorso fatto dal primo ministro italiano Alcide De Gasperi. Quando dichiarò che l’Italia era pronta ad accettare le dolorose rinunce territoriali richieste dalla Jugoslavia, ma non a cedere gli impianti dell’Arsa. Proprio per la perdita di queste risorse, nell’immediato dopoguerra, l’Italia dovette vendere al Belgio migliaia di lavoratori come “carne da miniera” in cambio di carbone. Per questo si può dire che Martinelle è in qualche modo figlia dell’Arsia. (…) Questa raccolta di scritti che rievocano i tristi avvenimenti del 1940 prodotta dal Circolo e dalla Comunità italiana di Albona con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura e la Pace della Regione Friuli Venezia Giulia e la collaborazione di Giulio Cuzzi, Tullio Vorano, Sara Viel, Andrea Matoševič, Isabella Flego, vuol essere un tributo al sacrificio dei minatori che nel tempo ha contrassegnato la vita della comunità dell’Arsa ma anche di Martinelle e di tutti i Martiri del Lavoro. Livio Dorigo Presidente del Circolo di Cultura Istro-Veneta “Istria” (dall’introduzione)

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