L’invito dalla minoranza: «A Pola nel 2017»
ZAGABRIA – È soddisfatta, la comunità italiana, alla fine dell’incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nella giornata di visita ufficiale al premier socialdemocratico Zoran Milanović e alla presidente Kolinda Grabar-Kitarović, il capo dello Stato si è intrattenuto nel pomeriggio anche con i rappresentanti della minoranza italiana in Croazia.
«Il presidente ci ha assicurato che vuole lavorare il più possibile in sinergia con noi, con quella che ha definito “l’avanguardia dell’amicizia tra Italia e Croazia”», afferma Furio Radin, presidente dell’Unione italiana (Ui) e deputato al Sabor, il parlamento di Zagabria. «Sarebbe stato un immenso piacere per tutta l’Ui e le sue 52 comunità ricevere il presidente in Istria, a Fiume e in Dalmazia», afferma Radin, comunque soddisfatto per il «rispetto» e l’«ammirazione» che il Capo dello Stato ha espresso nei confronti della minoranza italiana. Delle 52 comunità che oggi compongono l’Ui, 46 si trovano in Croazia e sei in Slovenia. Nel loro complesso raggruppano un totale di oltre 37mila iscritti (secondo i dati di qualche anno fa).
Anche se ieri l’incontro tra il capo di Stato e i rappresentanti dell’Ui si è svolto a Zagabria, le occasioni non mancheranno se si volesse organizzare una visita nelle regioni di residenza della comunità italiana. Tra due anni, nel 2017, l’Unione italiana organizzerà una grande manifestazione di ricordo e celebrazione a Pola in occasione del settantesimo anniversario dell’inizio dell’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati. «Abbiamo invitato il capo di Stato a onorarci con la sua presenza – anticipa Radin – lui ci ha confidato di essere stato a Pola per l’ultima volta nel 1971, e che la città gli è piaciuta moltissimo». A detta dello stesso presidente dell’Ui Mattarella ha assicurato che «farà il possibile per prender parte» alla commemorazione del 1947 e che, in ogni caso, incontrerà presto i rappresentanti della minoranza.
Durante l’incontro, riferisce Radin, si è menzionato anche il Giorno del ricordo istituito proprio per ricordare, ogni 10 febbraio, la «tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo». «Dalla Seconda guerra mondiale, oltre un milione di persone di diverse etnie hanno dovuto lasciare la Croazia – conclude Radin – e tra questi 350mila italiani». (gi.va.)
«Il Piccolo», 24/04/15