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September 27th, 2024
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Murales Fertilia Egea Haffner

Lo spirito di Fertilia e la “fertilienza” per la storia e l’identità dell’italianità adriatica

A Fertilia oggi si è parlato di storia, di emozioni, di “fertilienza”,un nuova parola che oggi è stata scritta nella memoria. A 28 anni dal protocollo di Zagabria con cui Italia e Croazia hanno definito il loro impegno per la tutela delle minoranze dei rispettivi paesi e a quattro anni dallo storico “mano nella mano” dei Presidenti Pahor e Mattarella di fronte alla foiba di Basovizza, i rappresentanti dell’Unione Italiana e delle più rappresentative Associazioni degli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia si sono confrontati su come rafforzare il comune impegno per tenere accesa una luce sulla memoria. Su questo filo delle memoria e sull’importanza del seme dell’unità e della condivisione sono intervenuti i più alti esponenti delle associazioni riunite nella Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati ed esponenti politici che arrivano dalle regioni che hanno vissuto il dramma della storia sulla loro pelle o sulla pelle dei loro padri e madri.

Con la sapiente regia del Presidente del Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Mauro Manca, e i saluti della Presidente del CNN Fertilia Anna Sigurani e l’assessore all’ambiente del comune di Alghero Raniero Selva, sono intervenuti sul palco il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti per un saluto iniziale; il Presidente di Federesuli e promotore dell’incontro Renzo Codarin; Giuseppe de Vergottini, Emerito dell’Università di Bologna; Gaetano Bencich componente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana; Franco Papetti, Presidente Associazione Fiumani italiani nel mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio; Fabio Tognoni, vicepresidente dell’Associazione delle Comunità Istriane; Davide Rossi dell’Università di Trieste; Toni  Concina, Presidente dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in esilio.

«L’unica strada praticabile, questo il messaggio che arriva forte e chiaro dal palco di piazza San Marco, è la resilienza che deve guidare un percorso di unione, fatto di consapevolezze e sforzi comuni. Il sogno di poter unire sotto un unico cielo gli esuli del mondo, non deve restare solo un sogno. Lo spirito di Fertilia, come è stato definito oggi dagli autorevoli ospiti  arriva in tutto il mondo» ha terminato i lavori Manca.

La mattina si è conclusa con la presentazione del libro Fertilia tra inclusione e rinascita scritto da Mauro Manca (Panoramika, Alghero 2024). Il dibattito, moderato da Massimo Mamoli, direttore di L’Arena di Verona, Gazzetta di Mantova e Brescia Oggi, ha visto protagonisti il Colonnello dell’Aeronautica Giovanni Luca Nicoletti, Guido Melis (Emerito dell’Università la Sapienza di Roma), l’Assessore del comune di Alghero Raniero Selva e Massimiliano Tita, curatore dell’allestimento della mostra temporanea sul confine orientale presso il Vittoriano.

Uno dei momenti più toccanti e più attesi di queste giornate e che certamente resterà impresso nella memoria di tutti i presenti, è stato il conferimento  della cittadinanza onoraria della città di Alghero alla signora Egea Haffner, protagonista della foto “La bambina con la valigia”, icona dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati, da parte del sindaco di Alghero Raimondo Cacciotto e del presidente del consiglio Mimmo Pirisi. Alla cerimonia hanno presenziato anche l’ex sindaco Mario Conoci e la signora Marisa Brugna esule istriana che dopo mesi di Centro Raccolta Profughi scoprì «a Fertilia la libertà».

La serata è stata interamente dedicata a quello che è stato il grande lavoro cinematografico del docufilm Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri. In precedenza un intenso dibattito sul libro di Mauro Manca Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri. Diario di Bordo (Panoramika, Alghero 2024) ha approfondito i legami di queste terre accomunate dal dramma della storia. Hanno partecipato alla discussione Michele Babuder, Assessore alle Politiche del territorio del Comune di Trieste nonchè figlio e nipote di esuli istriani; Bruno Cergnul, Vicesindaco di Pola in quota Comunità Nazionale Italiana; Renzo Codarin (Presidente FedereEsuli); Davide Rossi (docente dell’Università degli Studi di Trieste); Paolo Demarin Presidente Assemblea delle Comunità Italiane che raccolgono i nostri connazionali autoctoni nella ex Jugoslavia; Christian Poletti Vicesindaco di Pirano in quota CNI; Rodolfo Ziberna sindaco di Gorizia che l’anno prossimo sarà Capitale Europea della Cultura insieme alla slovena Nova Gorica. Un parterre d’eccezione che ha dato lustro non solo all’iniziativa del ricordo e del dibattito sulla memoria, ma anche ad un lavoro cinematografico nato per capire le vere ragioni del viaggio.  Un viaggio, quello del docufilm,  che, dopo la presentazione ufficiale in un evento collaterale del Festival del cinema di Venezia, è stato proiettato in anteprima nazionale a Fertilia, dopo un intervento di Fabrizio Ferragni (Rai Italia) in diretta streaming. Alessandra Sento, della Società Umanitaria, ha presentato il docufilm  alla presenza del regista Igor Biddau, dell’equipaggio del Klizia (la barca che ha compiuto il viaggio da Alghero all’Istria) con il suo comandante Giulio, il produttore Gianluca Vania Pirazzoli (produttore della pellicola per Time Multimedia) e di Giuseppe Giannotti, vicedirettore di Rai Cultura.

Isabelle Adriani, madrina della serata

Fertilia ha ospitato centinaia di persone arrivate da tutta Italia, unite da una grande emozione. A presentare la serata una madrina d’eccezione Isabelle Adriani, attrice, scrittrice e regista che ha avuto il ruolo di performer nel film.  Prodotto da Pirazzoli per Time multimedia, il film racconta in senso inverso la rotta solcata nella primavera del 1948 da 13 pescherecci con a bordo 53 famiglie di esuli giuliano-dalmati. Il film, nel quale si alternano testimonianze degli esuli che a Fertilia hanno iniziato una nuova vita, è una testimonianza tangibile di resilienza, di nuovi inizi, di nuova vita. Con questo viaggio, gli esuli, senza sapere cosa avrebbero trovato al di la della loro terra, sono approdati in Sardegna, a Fertilia. Nonostante fosse in quegli anni vuota e povera, è diventata casa. Fertilia oggi rappresenta il simbolo dell’unità tra i popoli.