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Vittoriano

L’uomo che unisce senza dividere: ecco chi era il Milite Ignoto

Non era un re né un eroe nazionale: ma tutti gli italiani lo ricordano senza divisioni o partigianerie

l Centenario del Milite Ignoto ci ricorda quell’uomo al quale, ininterrottamente, tutti gli Italiani tributano omaggio, senza divisioni o partigianerie. Non è un eroe nazionale, non un grande generale, né un Re, nemmeno un Presidente della Repubblica. Forse era un umile contadino del Meridione, o un montanaro del Piemonte, o un pescatore della Riviera adriatica… Vi è anche una possibilità su 200.000 – tanti furono i corpi non identificati al termine della Grande Guerra – che si possa trattare proprio di quel sottotenente irredentista figlio di Maria Bergamas. Non lo sapremo mai.

Tra le diverse pubblicazioni uscite per l’occasione, ne abbiamo selezionato alcune particolarmente interessanti e originali.

Straordinarie foto e cartoline sono riprodotte in “Milite ignoto. Riti, istituzioni e scritture popolari”. Pubblicato da Gangemi, rappresenta la conclusione di un ampio progetto che ha visto interagire soggetti diversi e che si è concentrato sul corpus delle cartoline inviate al Milite Ignoto e delle fotografie inedite (negativi su lastra di vetro) conservate nell’archivio dell’Istituto per la storia del Risorgimento. Lo studio, la trascrizione e l’analisi, che sono stati coordinati dall’Università Bicocca di Milano e dall’Istituto per la storia del Risorgimento, hanno coinvolto oltre a studenti dell’Università, anche alunni della scuole superiori di Roma e alcuni detenuti delle case di reclusione di Rebibbia, Avezzano e Paliano. Un modo inedito e diverso di illustrare il Milite Ignoto inteso simbolicamente come memoria dell’Italia appena uscita dal trauma della Prima guerra mondiale.

Da segnalare, la riedizione del libro “Ignoto Militi”, scritto nel 1922 (e ripubblicato nel 1960) dal tenente Augusto Tognasso, membro della Commissione incaricata di recuperare le 11 salme di caduti senza nome lungo il fronte italiano da cui fu tratto il Milite Ignoto tumulato sull’Altare della Patria il 4 novembre 1921. Tutti parlano di Maria Bergamas, ma la pubblicazione getta una luce anche sulla Commissione e in particolare su Tognasso. La cronaca degli eventi, di cui fu testimone e protagonista, è stata il riferimento per chiunque abbia trattato l’argomento. Tra l’altro, la notte precedente la cerimonia del 28 ottobre 1921, in cui Maria Bergamas scelse la bara del Milite Ignoto nella Basilica di Aquileia, egli fece cambiare più volte la disposizione delle bare per evitare che qualcuno potesse riconoscerne la zona di provenienza. Fu l’unico a conoscere quel segreto e non lo rivelò neppure al Re, che glielo aveva chiesto in confidenza. Non a caso, il tenente appare tra i protagonisti del docu-film “La scelta di Maria” che verrà trasmesso su RAI1 il 4 novembre. La nuova edizione del libro “Ignoto Militi”, arricchita da un’ampia biografia dell’autore e da numerosi altri contenuti, è stata da curata da Roberto Roseano su richiesta dei discendenti di Tognasso.

“Commemorare” viene da “cum memorare”, ricordare insieme. Con il volume “Ignoto militi. Le donne raccontano il Figlio d’Italia”, (Idrovolante) curato da Cristina Di Giorgi e Bianca Penna, la Grande Guerra e i soldati che l’hanno combattuta vengono narrati in diversi racconti scritti da sole donne. Perché se il Soldato Ignoto è un figlio d’Italia, le donne ne sono le mamme. Come lo era Maria Bergamas, che alla Patria donò la vita di suo figlio Antonio. Ignoto Militi raccoglie quattordici scritti: un omaggio alla vita, alla famiglia, alla Patria.

Infine c’è il libro di Pasquale Trabucco, il “maratoneta del 4 novembre”: per dimostrare quanto ci crede, si è fatto tutta Italia a piedi da Predoi (il comune più a nord) a Capo Passero (quello più a sud), è sceso nelle profondità del mare sul relitto di nave Lince, affondata dagli inglesi nel ’43, ed è volato nel cielo con la replica del biplano SVA di Baracca per portare ovunque il Tricolore. Centinaia di km, tempo, fatica, sudore e rischi per amore dell’Italia e per il ricordo dei nostri Caduti.

Ufficiale in congedo dell’Esercito, della campagna che sta portando avanti da due anni per chiedere il ripristino della Festa del 4 Novembre, ha spiegato tutto nel suo libro “L’ombra della vittoria. Il Fante tradito” che sabato 9 ottobre ha presentato a Vittorio Veneto, nella cornice del Sacrario delle bandiere di piazza Foro Boario.

Trabucco chiede ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio, ai ministri della Difesa, dell’Interno e dell’ Economia che venga ripristinata la festa per come è stata dal 1919 al 1976 passando indenne perfino attraverso i drammi e le lacerazioni della Seconda guerra mondiale.

Nessuna perdita di giornate lavorative, al PIL non mancherà il suo tributo: semplicemente si tratterebbe di stornare una giornata dalle ferie normalmente previste per rendere non-lavorativo il 4 novembre. Ce la farà?

Andrea Cionci – 02/11/2021
Fonte: La Stampa