“Operazione Gladio”, pagine di storia del confine orientale
Lo scorso 14 settembre la Lega Nazionale di Trieste ha presentato presso la propria sede sociale di via Donota 2 il libro di Alessio De Fina “Operazione Gladio. La rete stay-behind italiana” (Lega Nazionale, Trieste 2022): oltre all’autore è intervenuto il Prof. Stefano Pilotto, storico e dirigente della LN.
La prefazione dell’opera, che può essere richiesta scrivendo a leganazionaletrieste@libero.it, è stata scritta dal Presidente della Lega Nazionale Avv. Paolo Sardos Albertini e viene qui di seguito riportata.
GLADIO
Forse molti non lo ricordano, ma c’è stato un momento nel quale il termine “Gladio” era un protagonista, sulle pagine dei nostri giornali.
Eravamo negli anni ’80 dello scorso secolo, vigeva la Prima Repubblica ed in auge c’era il CAF (Craxi – Andreotti – Forlani), nel mentre i Comunisti italiani erano ancora raccolti sotto la bandiera Partito Comunista Italiano, orfano del compromesso storico Moro – Berlinguer.
Sulle pagine di alcuni periodici (fondamentalmente del gruppo Scalfari) comparvero le prime allusioni, poi seguirono le inchieste giornalistiche, poi il parlare esplicito di trame oscure, di ipotesi di golpe e così via.
Il tutto riferito a questa struttura segreta denominata “Gladio”.
Alla campagna giornalistica fece seguito – e non sarà l’unica volta – la discesa in campo, massiccia, della Magistratura.
E infine la politica vera e propria, con tanto di indagini parlamentari.
Dalla politica venne il “botto” finale: Giulio Andreotti mise in pasto alla pubblica opinione gli elenchi dei “colpevoli” di aver appartenuto appunto a Gladio. Cittadini a cui lo Stato aveva chiesto di prestare un certo servizio “riservato”.
La sortita di Andreotti era mossa da amor di verità o rientrava in giochi di potere interni alla Dc (in chiave anti Cossiga)?
Domanda posta da più d’uno, ma rimasta senza risposta.
Questo dunque lo scenario di quella vicenda “Gladio” che forma oggetto del presente lavoro.
L’autore, , ha affrontato il tema con estrema serietà e con sicura professionalità da storico vero.
Innanzitutto inquadrando il contesto storico di tutta la vicenda, ciò che veniva di contro rigorosamente omesso da tutti i lanciatori di sospetti e di accuse.
Inquadramento storico che si riassume in due sole parole “guerra fredda”.
Era dalla fine della seconda guerra mondiale che il mondo intero – ed anche l’Italia – viveva questa nuova realtà bellica, quella tra il Comunismo e l’Occidente.
Un conflitto anomalo, ma non per questo meno reale. Ed era questa situazione che ben giustificava il fatto che uno Stato in guerra (quale l’Italia) approntasse strumenti di tipo militare idonei a fronteggiare una possibile invasione nemica: e questo era appunto la realtà di Gladio.
Esigenza, del resto, condivisa da altri Stati in guerra (la NATO) che avevano messo in campo una struttura denominata “Stay-Behind”, di cui Gladio faceva appunto parte.
Nel presente lavoro tutto questo viene prospettato, illustrato, analizzato e rigorosamente documentato.
Chi di Gladio faceva parte non era dunque un truce e oscuro cospiratore (come voleva far credere la campagna “mediatico-giudiziaria”,), ma solo un cittadino che rispondeva ad una richiesta del suo Stato, niente di più e niente di diverso da un “patriota”.
E non è un caso che tanta parte dei partecipanti a Gladio provenissero da quella fucina di patriottismo che era stata la “Brigata Osoppo”: tutt’ora la Medaglia d’Oro della Resistenza, Paola Del Din, presidente onoraria dell’Osoppo, continua a reclamare per sè e per i suoi commilitoni il termine di “PATRIOTI”.
Tutto ciò risulterà largamente omesso nella trattazione giornalistica della vicenda storica di Gladio ed in quella successiva nella aule giudiziarie ed in quelle parlamentari.
Dovranno passare non pochi anni perchè si arrivi alla conclusione ed emerga la verità dei fatti.
Nel frattempo sarà crollato, nell’ 89, il Comunismo, sarà scoppiata la nuova bufera mediatico- giudiziaria di “Mani pulite” e la Prima Repubblica verrà (forse) scalzata dalla Seconda.
Ma nel 2001 assisteremo finalmente alla assoluzione dei vertici di Gladio.
Una conclusione doverosa di una campagna che non avrebbe dovuto nemmeno mai avere inizio. Comunque un esito che ha ripagato tutti quei patrioti di Gladio che si sono trovati, per decenni, messi alla gogna ed infangati di sospetti e di accuse.
Il lavoro di Alessio De Fina possa comunque essere un piccolo contributo in questo senso. La Lega Nazionale, nel pubblicarlo, se lo augura fermamente ed esprime il suo sentito ringraziamento all’autore. La sua è stata una operazione di verità, ma anche di giustizia.
Vale anche a questo proposito ricordare, una volta di più la parole pronunciate dal Vescovo di Trieste e Capodistria mons. Antonio Santin a proposito della tragedia delle Foibe e dell’Esodo:
“… perchè il trionfo dell’iniquità è sempre transeunte…”
Paolo Sardos Albertini