Proverbi e detti: i “VIZ” o “WITZ”
Frizzo, freddura, motto di spirito. “Pachi natalizi a rate? No, coi soldi in man; ma alòra no ga più viz; coi soldi in man te li trovi per ogni cantòn”
Così riportava Enrico Rosamani nel suo “Vocabolario Giuliano dei dialetti parlati nella Regione giuliano-dalmata quale essa era stata costituita di comune accordo tra i due Stati interessati nel Convegno di Rapallo del 12/11/1920”, edito nel 1958.
Proverbi e detti che spesso venivano modificati nei vari dialetti di diverse influenze, da Trieste a Pola, da Rovigno a Muggia, da Zara a Veglia. Ma il senso ultimo restava lo stesso.
Il folclore non è solamente una raccolta ad esame di credenze e di opinioni popolari di fronte a fenomeni fisici e a fatti psichici.
Esso è anche ricerca dell’anima umana nelle consuetudini di vita quotidiana, attraverso cerimonie e manifestazioni festive e artistiche di ogni genere.
I proverbi riflettono la realtà, spesso satirica e ironica, i Viz per appunto. Vita di un popolo che li ha tradotti in lettere e suoni. Folclore giuliano e istriano dalmata, frutto di uno spirito e di un pensamento essenzialmente italiano.
Scrisse Nicolò Tommaseo: “Se tutti si potessero raccogliere e sotto certi capi ordinare i proverbi italiani, i proverbi di ogni popolo, di ogni età colle varianti di voci, d’immaginazioni e di concetti; questo dopo la Bibbia sarebbe il libro più gravido di pensieri”.
Spesso divisibili per argomenti hanno tutti un filo conduttore ironico, siano essi riferiti alla fanciullezza “Fioi e colombi sporca la casa”, sull’apprendimento “Dime con chi che ti vadi e te dirò chi che ti son”, sulla giovinezza “Giovine ossioso vècio pedocioso”, alla fiducia “Come che ti farà, cussì ti gavarà”, alle stagioni “L’inverno can el salva vin e pan” o finanche alla polenta “Polenta
frita, slonga la vita”.
Il Vocabolario del Botterini, edito dal Comitato di Gorizia dell’ANVGD in collaborazione con il Centro di Documentazione
Multimediale di Trieste, ne ricorda alcuni, evidenziando come la fraseologia principalmente veneta è anche parzialmente intorbidita da qualche vocabolo austro-tedesco che un secolo di quella dominazione ha lasciato come retaggio. Come lo è appunto
l’uso del termine Witz.
Voce locale dei Viz fu Angelo Cecchelin, popolarissimo per le sue feroci e costanti prese in giro di tutto e di tutti, il classico bastian contrario triestino. Irredentista all’epoca dell’impero austroungarico e irriverente nel prendere in giro i gerarchi fascisti, macchiandosi poi di delazione durante i “40 giorni” di occupazione jugoslava di Trieste. Popolarissimo quanto discusso personaggio che oltre a Trieste promuoveva inizialmente i suoi spettacoli proprio in Istria.
Rubrica pubblicata su “Il Piccolo” del 28 dicembre 2021 a cura del comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e del Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata.