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Ricordo del generale Alberto Ficuciello

Il generale Alberto Ficuciello, Comandante del Comando Alleato Interforze del Sud e delle Forze Operative Terrestri dell’Esercito Italiano, è deceduto il 5 novembre 2016.

Ufficiale Carrista, ha prestato servizio nelle Divisioni corazzate “Centauro” e “Ariete” e nel Reggimento lagunari Serenissima, ed è stato insignito nel luglio 2002 della Croce d’oro al merito dell’Esercito avendo portato «non soltanto un contributo personale all’immagine del professionismo militare italiano, ma soprattutto riversando sull’autorità centrale nazionale un apporto costante ed aggiornato, di alta consulenza, per gli sviluppi concettuali ed organizzativi per garantire e consolidare la presenza dell’Italia nelle nascenti iniziative operative nella nato e in Europa. Chiaro esempio di altissima professionalità e incondizionata dedizione alle istituzioni, ha contribuito ai più alti livelli di responsabilità metà a dare lustro e prestigio all’esercito italiano.»

Un ufficiale tutto d’un pezzo, sullo stampo anglosassone, dalla brillante carriera iniziata alla scuola militare Nunziatella di Napoli e all’Accademia di Modena e proseguita nei vari comandi.

Una carriera colpita tuttavia dal decesso del figlio Massimo, che aveva chiesto nel 2003 di essere richiamato in servizio con il grado di tenente dei Lagunari e venne assegnato alla pubblica informazione, cadendo nell’attentato di Nassirya del 12 novembre. «Una disgrazia che ha affrontato con grandissima dignità» lo ricorda l’amico Alipio Mugnaioni tra lacrime. «Durante i funerali del figlio a Roma riconobbe mia moglie tra il pubblico» dice un collega. «Era lì da sola, io non potevo essere là perché in servizio altrove. Le chiese se era riuscita a trovare alloggio a Roma. A chiunque sarebbe piaciuto essere ufficiale e gentiluomo come solo lui sapeva fare». Al figlio è stato poi intitolato il Premio di giornalismo internazionale capitano Massimo Ficuciello, visto il ruolo che copriva nella pubblica informazione, che il generale consegnava personalmente ogni anno all’ufficiale vincitore.

«Sapeva trattare con la gente e metteva a suo agio qualsiasi persona rivolgendosi con tatto e garbo» dicono di lui, ricordandolo con affetto e voce commossa. «Un grande gentiluomo». Lo ricordano unanimemente così i militari, gli amici e i conoscenti che avevano avuto il privilegio di conoscerlo.

Era nato nel 1940 nella Venezia Giulia rimasta al di là del confine triestino, nella frazione di Cruscivie (oggi Hruševje) di Crenovizza da un ufficiale del Regio Esercito, e per lunghi anni è stato Presidente della Commissione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la concessione delle onorificienze ai congiunti degli infoibati ai sensi della Legge 92/2004: “Il Giorno del Ricordo”.

Ai suoi cari giunga il commiato della Redazione di Arcipelago Adriatico, per un soldato così degnamente congedatosi dalla vita.

Redazione on line, 9 novembre 2016