Ripercorrere la storia, far riVIVERE i ricordi
Alla Fortezza da Basso di Firenze si è conclusa la quinta edizione di FIERA DIDACTA ITALIA, che si riconferma come l’appuntamento annuale di riferimento sul futuro e l’innovazione del mondo della scuola in Italia. La mostra chiude con una crescita del numero degli eventi (893 in totale), degli espositori e dei giornalisti accreditati rispetto all’edizione 2019 (l’ultima in presenza prima dello stop per la pandemia), facendo registrare oltre 19.000 visitatori.
In tale cornice, grande successo ed interesse di pubblico ha riscosso il percorso CROSS_MEDIALE organizzato dal Tavolo di Lavoro Ministero dell’Istruzione – Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, che ha visto l’inattesa ma graditissima introduzione del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’istruzione Rossano Sasso. Egli ha apprezzato l’allestimento della mostra Tu lascerai ogni cosa diletta e il costante lavoro delle Associazioni per divulgare nelle scuole valori di memoria e pratiche di cittadinanza attiva; si è poi complimentato per il livello delle “azioni” portate avanti dal Tavolo che aveva avuto modo di apprezzare anche in altre Sedi istituzionali.
In effetti l’appuntamento “Ripercorrere la storia, far riVIVERE i ricordi” ha concentrato collaboratori, idee, materiale multimediale e suggestioni che hanno caratterizzato gli ultimi anni di didattica della storia del confine orientale, argomento che ha ottenuto crescente considerazione da parte del Ministero dell’Istruzione (seminari di formazione regionali e nazionali, concorso scolastico nazionale 10 febbraio, scuola di formazione estiva…) e che l’associazionismo della diaspora adriatica ha imparato a divulgare e a studiare in maniera sempre più professionale. Questo seminario può essere visto sul canale YouTube CDM del Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata.
Il professor Roberto Spazzali ha introdotto i lavori evidenziando i concetti che rendono la storia dell’italianità di frontiera paradigmatica ed importante da studiare per i suoi parallelismi con l’attualità: identità nazionale, rivendicazioni di appartenenza culturale, diritti delle minoranze e politiche da attuare nelle regioni mistilingui. La situazione ucraina, ad esempio, dimostra oggi come queste argomentazioni portate all’esasperazione possano portare ad una situazione conflittuale.
In collegamento da Trieste il direttore dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste Piero Delbello ha illustrato, accompagnato dalle immagini, l’evoluzione del Magazzino 18, reso celebre da Simone Cristicchi, in Magazzino 26, vale a dire una location sempre all’interno del Porto Vecchio di Trieste, ma a norma di legge, attrezzata e predisposta per accogliere i visitatori, organizzare eventi e ben conservare le masserizie degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Commovente e coinvolgente è stato l’intervento della professoressa Adriana Ivanov Danieli, la quale ha raccontato la sua infanzia nei Centri Raccolta Profughi dopo aver abbandonato giovanissima e dopo molte difficoltà burocratiche Zara, la sua città natale. Suo padre aveva esercitato l’opzione prevista dal Trattato di Pace per la cittadinanza italiana (il ché significava: esodo), ma le autorità jugoslave si rifiutavano di concedere il via libera in quanto il cognome Ivanov era di origine slava e non italiana.
Un esempio di vita vissuta che dimostra come l’appartenenza nazionale all’Italia è stata nelle terre dell’Adriatico orientale una questione sentimentale e ideale, senza alcun connotato razzista o genetico. Riconoscersi in una civiltà, in una lingua ed in una cultura nel rispetto delle altre: una lezione degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia che emerge dalle tragedie del Novecento e che conserva la sua importanza ancora oggi.
Lorenzo Salimbeni