Salvore: sì alla tutela della batana e delle gru
UMAGO – Le gru in acacia e la batana salvorina saranno tutelate perché rappresentano un tassello importante della storia umaghese. La promessa è stata fatta dal sindaco,Vili Bassanese, nell’ultima seduta del Consiglio municipale, in risposta allo stesso presidente del Consiglio, Milan Vukšić, che aveva sollevato la questione nel corso della riunione. La batana salvorina è un’imbarcazione tipica del luogo, lunga poco più di quattro metri e dotata di una finestra di vetro sotto la prora, che consente di osservare il fondale marino illuminato dalla lampara.
Essendo leggera, generalmente veniva sollevata su delle gru di acacia, in grado di sopportare le intemperie e resistenti al passare del tempo. In certe zone della costa alcune strutture hanno anche un secolo di vita. Si trovano solo in pochi posti della costa umaghese, a Pozioi, San Lorenzo, Salvore e in altri piccoli porticcioli della zona.
Umago ha anche un’associazione finalizzata alla tutela della batana salvorina, e nel patrimonio storico da salvaguardare ha aggiunto dunque anche le gru in acacia e il lavatoio di Pozioi, una struttura senza tempo, situata su un rigagnolo d’acqua dolce in riva al mare. Una vera e propria curiosità, perché la sorgente d’acqua è perenne e un tempo consentiva alle massaie di lavarvi i panni. L’acqua della sorgente è fredda tutto l’anno, anche d’estate. Nel corso degli anni le lastre di pietra sono state asportate o rubate, ma ora la Città vuole rimediare anche a questo, costruendo un nuovo lavatoio e ponendovi accanto la statua di una massaia intenta a lavare i panni. Una cosa per la quale gli abitanti di Pozioi si impegnano da anni.
Tornando alla batana, va detto che la miniatura dell’imbarcazione salvorina a partire da quest’estate sarà il souvenir ufficiale degli affittacamere del comprensorio, che la regaleranno ai turisti. Anche se ce n’è voluto del tempo, alla fine sono prevalse la ragione e la volontà di recuperare un patrimonio che rispecchia le radici di Umago.
La piccola batana, che per cent’anni è stata usata per pescare con la lampara a olio prima, poi a petrolio e infine a gas, all’inizio veniva spinta con la sola forza dei remi. Il pesce veniva invece catturato con la fiocina. Oggi batana, gru e lavatoio fanno parte della storia di questa zona e saranno tutelati. Per farlo serviranno anche dei soldi, ma a questo si provvederà in seguito.
Davor Rašin, presidente dell’Associazione “Batana salvorina”, ci ha detto che si sta prodigando anche per fare di Zambrattia un parco archeologico e marino di interesse nazionale. Ha già chiesto il parere del ministero del Turismo e delle altre istituzioni competenti; ora è in attesa di una risposta.
Franco Sodomaco