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November 17th, 2024
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«Storia comune tra le due sponde dell’Adriatico»

Ho aderito con entusiasmo all’invito del Presidente italiano Giorgio Napolitano a venire al Sacrario di Redipuglia per un altro avvenimento storico. Dico “storico”, perché le iniziative del maestro Riccardo Muti e del Presidente Napolitano hanno già segnato delle tappe storiche nella storia comune della Croazia e dell’Italia. Mi riferisco, naturalmente, al concerto diretto dal maestro Muti a Trieste nel 2010, che si unì il vertice dei tre capi di Stato – Italia, Slovenia e Croazia – per celebrare con un avvenimento così solenne l’intesa di pace tra i tre Paesi dopo quasi un secolo di conflitti, contrasti e separazioni. Abbiamo, in quell’occasione, ribadito che se la storia ci aveva finora separati, perché le vicissitudini storiche hanno causato dei grandi dolori alle nostre popolazioni, ora è venuto il momento che tutte e tre le nazioni – riconoscendo e rispettando le memorie delle ingiustizie e dei grandi dolori umani subiti – finalmente costruiscano un destino comune su tutte e due le sponde dell’Adriatico. Possiamo condividere un destino comune solo se rispettiamo le memorie altrui, le storie delle sofferenze patite dalle popolazioni per via dei regimi totalitari – quello fascista e quello comunista – e dei nazionalismi, che hanno investito non solo i nostri popoli, ma l’Europa intera. E abbiamo poi seguito questo percorso iniziato proprio qui a Trieste nel 2010, quando il presidente Napolitano visitò Pola nel 2011 e nell’Arena, cara a tutti noi e alla quale molti esuli sono legati da un sentimento di affetto e nostalgia, abbiamo solennemente proposto di voltare una nuova pagina nella storia dei nostri due paesi. È difficile rimarginare tutte le ferite provocate dalle burrasche storiche e dalla forza distruttiva della velleità umana. Ma la riappacificazione deve partire dal rispetto di tutte le vittime, di tutti i torti subiti. Su questo, abbiamo concordato anche durante la nostra visita di Stato in Italia il dicembre scorso.

E naturalmente, l’iniziativa del presidente Napolitano, su invito del maestro Muti, ancora una volta propagatore del dialogo attraverso la musica, non è potuta cadere che su un terreno ormai fertile: il centenario della Grande guerra è un’occasione per ricordarci di tutti i caduti, da tutte le parti, affinché queste guerre non si ripetano mai più. Per esprimere, in un momento così importante per l’Europa e per il mondo, il rispetto per tutte quelle vite umane perse in quella che fu la prima conflagrazione mondiale dell’età moderna. Ed è ancora più significativo il momento e il contesto storico nel quale avviene questo concerto e questa riunione storica dei capi di stato delle moderne nazioni che sono sorte sulle macerie dei vecchi imperi europei. Oggi vogliamo rendere onore anche all’Italia e al suo ruolo nella presidenza dell’Unione europea, dalla quale ci attendiamo molto: una guida capace e competente per la ripresa dell’Europa, per una svolta storica anche dell’Unione europea, affinché essa diventi un motore di crescita, sviluppo, benessere e prospettiva per le nuove generazioni che hanno bisogno di lavoro e di sicurezza sociale. Sono convinto che sotto la guida dell’Italia – questo Paese con grandi risorse umane e che ha lasciato una traccia indelebile nello sviluppo della civiltà moderna – anche l’Unione europea riuscirà a realizzare i suoi valori vitali, e a rafforzare la pace e la sicurezza, attraverso un meccanismo decisionale al quale l’energia innovatrice italiana, presente nel Paese, riuscirà a dare un’impronta significativa.

Ivo Josipovic (presidente della Repubblica di Croazia), «Il Piccolo», 06/07/14