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Gasparri Foiba Basovizza

C’è ancora una sotto rappresentazione della nostra storia

Intervista a cura di Andrea Altin al Senatore Maurizio Gasparri in occasione della cerimonia del Giorno del Ricordo 2020 avvenuta lunedì 10 febbraio al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza. 

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Senatore, Lei nel Suo discorso in occasione della cerimonia solenne alla foiba di Basovizza ha fatto riferimento al periodo in cui questa nostra storia rimaneva oggetto della conversazione di pochi

«Erano molti quelli che sapevano quello che era accaduto nelle zone del confine orientale, ma erano pochi quelli che avevano il coraggio di parlarne. Sin da quando ero ragazzo il discorso dell’esodo e delle foibe era ristretto ad un certo numero di circoli dove si faceva politica»

Ora invece il Giorno del Ricordo è stato istituzionalizzato e negli ultimi anni ci si è affidati al cinema per poter raggiungere le masse

«Quella della spettacolarizzazione della storia è una strada divulgativa che bisogna continuare a percorrere, senza di fatto dimenticare la verità storica che i fatti raccontano. Bisogna perseverare con la consapevolezza che a livello nazionale sussistono ancora delle resistenze»

Che cosa intende?

«Intendo dire che una televisione quale è la Rai che finanzia fiction e film per milioni di euro ha contribuito alla realizzazione di Red land – Rosso Istria con una cifra attorno ai 100.000 euro che risulta del tutto irrisoria se paragonata alle spese che di solito interessano le produzioni della Rai»

A proposito di resistenze, anche oggi non sono mancate le polemiche in quanto le testate giornalistiche nazionali hanno riportato il fatto che la delegazione del Partito Democratico ha lasciato il luogo della commemorazione durante il Suo intervento

«Francamente non comprendo il loro gesto in quanto da Vice Presidente del Senato ho portato in primis i saluti dalla seconda carica dello Stato…»

La critica che Le era stata mossa verteva sul fatto che Lei fosse lì in qualità di Senatore e non di Vice Presidente del Senato…

«Questa critica non trova fondamento in quanto, dopo i saluti che ho portato alla cerimonia da parte della Presidente Casellati con la quale il giorno prima a Roma avevamo incontrato le delegazioni degli Esuli, il mio discorso ha ripreso le parole di Mattarella. Ho voluto ribadire la volontà del Presidente della Repubblica di combattere il negazionismo ed il riduzionismo che ancora convivono presso una certa ideologia politica»

Lei ha parlato di battaglia di verità…

«La realtà è che ci sono persone che presenziano a cerimonie, che detengono le leve della comunicazione, anche nelle istituzioni, che non si muovono per una convinzione dettata da un senso di giustizia, ma che in occasione della Giornata del Ricordo si sentono quasi costretti ad ammettere la verità»

Quale sarebbe?

«La verità è che sussiste ancora una sottorappresentazione della nostra storia, un riflesso incondizionato presente nell’editoria e nella comunicazione televisiva dettato da un’appartenenza politica che a sua volta fonda le radici in quella ideologica»

Quale futuro dunque?

«Continuare a parlarne, sempre, il più possibile e non solo in occasione della giornata del 10 febbraio… Creare una nuova realtà per la quale non sia più accettabile che gli articoli sulla storia dell’esodo e delle foibe vengano pubblicati sulle ultime pagine dei quotidiani, una realtà in cui le programmazioni televisive inerenti a questo dramma non siano relegate alle seconde serate, o in orari notturni improponibili»