L’8 settembre al confine orientale: il disonore delle armi
Nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943, dopo che il Capo del Governo Pietro Badoglio aveva letto alla radio l'annuncio dell'armistizio, nelle valli dell’Isonzo e delle Alpi Giulie si ripropose lo scenario già accaduto dopo lo sfondamento di Caporetto nell’ottobre 1917: assenza di ordini, rivalità tra i generali, mancanza di comunicazioni tra i Corpi d’armata facilitarono i piani tedeschi di occupazione e quelli delle formazioni partigiane slave.
Eppure, ci fu qualcuno che volle resistere, come testimoniano gli Atti del processo al generale Giovanni Esposito, celebrato pochi mesi dopo la fine della guerra, che ci consegnano testimonianze di grande abnegazione e coraggio....
Il disonore delle armi, nuovo libro di Roberto Spazzali
Nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943 nelle valli dell’Isonzo e delle Alpi Giulie si ripropose lo scenario già accaduto dopo lo sfondamento di Caporetto nell’ottobre 1917: assenza di ordini, rivalità tra i generali, mancanza di comunicazioni tra i Corpi d’armata facilitarono i piani tedeschi di occupazione e quelli delle formazioni partigiane slave.
Eppure, ci fu qualcuno che volle resistere, come testimoniano gli Atti del processo al generale Giovanni Esposito, celebrato pochi mesi dopo la fine della guerra, che ci consegnano testimonianze di grande abnegazione e coraggio.
Altre fonti riportano in luce la portata degli scontri a fuoco in cui le truppe italiane...
La tragedia degli Internati Militari Italiani dopo l’8 settembre
Dalle nebbie del passato è rispuntata una straordinaria testimonianza corale sulla tragedia dei nostri soldati tradotti in Germania dopo l’armistizio dell’8 settembre. Ufficiali e soldati, di qualunque orientamento politico e religioso, che hanno avuto il coraggio di rifiutare l’arruolamento nella Repubblica di Salò per non tradire la Patria, sono stati inviati come pecore da macello nei lager e nei campi di lavoro sparsi in tutta l’Europa sotto il giogo nazista. Mauthausen, Dora, Krankenhaus, Dachau sono solo alcune delle tristi mete che questi coraggiosi patrioti hanno raggiunto, sperimentato e sofferto. Tra loro nomi che diverranno famosi come Guareschi, Rebora, Carpi, Lazzati,...
L’8 settembre nelle memorie del dattilografo di Villa Necker
A Trieste negli anni della Seconda guerra mondiale, un giovane con i suoi dubbi e le sue angosce, si trova a vivere situazioni ed esperienze straordinarie che mai avrebbe immaginato. Le vicende individuali si intrecciano con eventi di cui lui è solo una pedina trascurabile.
Eppure dal suo punto di osservazione privilegiato ci fa vivere momenti cruciali vissuti in prima persona, come la caduta del Fascismo, la firma dell’armistizio dell’8 settembre e i bombardamenti sulla città e ci porta a considerare gli avvenimenti con occhi che i libri di storia non consentono.
Perché la guerra non è fatta solo di grandi battaglie, di vittorie e sconfitte, ma anche di piccole storie...
Il “conto” dell’8 settembre è stato pagato ai confini orientali
8 settembre come giorno del riscatto dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. 8 settembre come inizio della Resistenza e della lotta contro il nazifascismo su più vasta scala. Le consuete cerimonie hanno insistito su questi aspetti, ma per gli italiani del confine orientale tale data è ben rappresentata dal titolo del celebre saggio di Ernesto Galli Della Loggia «La morte della Patria».
Una Patria entrata in agonia nelle ritirate in Russia ed in Nordafrica, nella guerra di logoramento nei Balcani e nel collasso del regime fascista. Una Patria idealizzata ed esaltata nelle terre irredente fino al momento in cui si materializzò nel novembre 1918, presentandosi negli austeri panni...