Centro di Documentazione Multimediale della Cultura Giuliana Istriana Fiumana Dalmata
December 22nd, 2024
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Campana Di Harzarich 300x225

Premiata “La campana di Harzarich”

Menzione di merito a Elio Varutti col racconto-intervista La campana di Harzarich al Premio Letterario Internazionale “Villotte: Storie In Cammino…, Un Cammino di Storia” di San Quirino (PN). Terza Edizione 2020. Il Concorso è insignito della Medaglia Premio di rappresentanza del Presidente del Senato della Repubblica Italiana. Il Presidente del Parlamento Europeo On. Davide Sassoli, ha concesso “L’alto Patrocinio del Parlamento Europeo”. La menzione ricevuta è per la Sezione G - Racconti Adulti a tema “L’esodo”. Nella fotografia di apertura: la campana del camion dei pompieri del maresciallo Arnaldo Harzarich di Pola, con l'effigie di S. Barbara. La campana...
Cadaveri Foibe

Foibe, il coraggio di chi denunciò i crimini

Caro Avvenire, sono la nipote del maresciallo Arnaldo Harzarich, il capo dei Vigili del Fuoco di Pola che dal 1943 in Istria guidò le squadre al recupero delle salme degli italiani dalle Foibe, e per questo Medaglia d’oro al Valor Civile. Leggendo l’interessante articolo di Lucia Bellaspiga del 6 gennaio 2018, con l’intervista all’ultimo testimone oculare dello sterminio nelle Foibe, il signor Giuseppe Comand di Latisana (Udine), mi sono passati per la mente, “in corsa” come in un film, i drammatici momenti vissuti da me, allora quattordicenne. Ricordo come fosse ora che lo zio Arnaldo veniva ogni sera a dare un saluto alla mamma. Un giorno però venne mia nonna a casa mia,...
Cadaveri Foibe

«Io, a 97 anni ultimo testimone oculare delle stragi delle foibe»

di Lucia Bellaspiga, inviata a Latisana (Udine) sabato 6 gennaio 2018  La testimonianza di Giuseppe Comand, consapevole di essere l’ultimo degli uomini che videro risalire a “grappoli” i corpi degli italiani innocenti.  «L’odore dei corpi in decomposizione era pestilenziale, l’aria irrespirabile fino a chilometri di distanza. I miei compagni coraggiosi, Vigili del Fuoco di stanza a Pola, buttavano giù cognac prima di calarsi nella foiba: scendevano per centinaia di metri con due corde e una specie di seggiolino, mettevano il cadavere nella cassa e davano quattro colpi di corda, il segnale per dire tiratemi su». Un secolo di vita non è bastato a Giuseppe...