Letterina di Natale dal campo profughi di Napoli nel 1953
Manca poco a Natale. Mio nipote Matteo nell’arrivare a casa mi dice: “Sai nonno, la maestra ci ha fatto scrivere la letterina di Natale per i nostri genitori. Devo metterla sotto il piatto”. Bravo! Gli dico. Cerca però di mettere in pratica quello che hai scritto. Ma tu, mi dice, quand’eri bambino la scrivevi la letterina? E come no, se ben ricordo ne ho scritte due, una in quarta e una in quinta elementare. In orfanotrofio avevo un bravo maestro che ce le faceva scrivere. Le ho conservate. Ora ti racconto, anzi aspetta un attimo che le cerco tra le mie cose. Eccone una.
Due paginette dai contorni dorati
La data è del 1953. Due paginette dai contorni dorati. Il maestro di...
Quei giorni profumadi de mille odori che tanto ricordava el Natal de Fiume
Un caro saluto a tutta la mularia.
Sta arrivando Natal e anche se la pandemia imperversa e ne limita, per quel che podemo cerchemo tutti de ricrear quell’atmosfera che ne accompagna dalla nascita. Natal, da noi in Villaggio, era quasi sempre accompagnà dalla neve e se non nevigava era caligo e faseva freddo, ma neve e caligo e freddo non impediva alle babe de andar a caccia de stocco e baccalà. I giorni che precedeva la vigilia era profumadi e l’aria era impregnada de mille odori invitanti. Come ti entravi in Villaggio ti se inebriavi e un martellio incessante te ciapava le orece: era le babe che pestava el stocco sui paletti de granito, messi come dissuasori tra i giardinetti e le...
Bancarella 2021: prospettive femminili sull’Adriatico e chiusura dedicata all’Esodo
Giornata tutta dedicata alle donne, la terza della Bancarella 2021 Salone del libro dell’Adriatico orientale, la rassegna organizzata a Trieste dal Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata (CDM) in sinergia con il Comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.
“Regina” delle donne dell’Adriatico Orientale (tema del sabato) è stata la chef Lidia Matticchio Bastianich, ricevuta nella tensostruttura di piazza Sant'Antonio a Trieste come una vera star. Grandi e piccini, giovani e meno giovani hanno affollato (per quanto possibile visto il periodo) l’interno e l’immediato esterno della...
La patria perduta nel CRP di Laterina
La patria perduta è il nuovo libro sui profughi della Venezia Giulia scritto da Elio Varutti, dell’ANVGD di Udine, con la preziosa collaborazione di Claudio Ausilio, dell’ANVGD di Arezzo, per l’editore Aska di Firenze.
A perdere la patria, dopo la seconda guerra mondiale, sono stati i cittadini italiani di Fiume, Pola e Zara e una parte di quelli di Gorizia e Trieste. Le loro terre, le loro case e i loro averi sono stati dati alla Jugoslavia a saldo dei danni della guerra voluta dal duce e dal re. In 350mila sono stati cacciati, o sono dovuti venir via con documenti regolari, per riversarsi nel resto d’Italia matrigna, con la paura delle foibe. Molti transitarono per i Centri...
“Tracce d’esilio” al CRP di Laterina
Mai come dopo il 2004, anno dell’istituzione del Giorno del Ricordo, si è visto un periodo così florido di libri sull’esodo giuliano dalmata. Saggi, ricerche storiche, testimonianze e romanzi: vari autori si stanno buttando in questa indagine per troppo tempo, dal secondo dopoguerra, relegata nel silenzio. Non sono solo memoriali afflitti da vittimismo, come osano sostenere i giustificazionisti, i riduzionisti e i negazionisti del tema delle foibe. Si possono trovare anche ampi studi accademici, inchieste giornalistiche, racconti, liriche, ricerche archivistiche, con interviste e sopralluoghi sul campo.
È il caso anche di questo libro. Giuliana Pesca, Serena Domenici e Giovanni...
Il confine tradito
Il racconto del drammatico dopoguerra giuliano della saga della famiglia Gherdovich. Un conflitto permanente che diverrà un dramma collettivo
di Ernesto Ferrante - 12/07/2020 - Fonte: l'Opinione Pubblica
L’atteso seguito del pluripremiato Fratelli Contro, romanzo d’esordio del padovano Valentino Quintana, è uscito il 25 giugno in tutte le librerie, edito nuovamente da Leone Editore. Si intitola Il Confine Tradito e racconta in maniera scrupolosa e realistica le vicende drammatiche del dopoguerra triestino e della Venezia Giulia, inserite nella saga famigliare dei Gherdovich.
Le prime pagine “catapultano” il lettore nel bel mezzo dei 40 giorni di occupazione titina di...
Una targa al CRP di Altamura
Tra Gravina in Puglia ed Altamura in provincia di Bari, sorge uno fra i 109 Centri Raccolta Profughi presenti nel territorio italiano in cui furono “accolti” migliaia di istriani, fiumani e dalmati costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie terre al termine del secondo conflitto mondiale. Il campo 65, quello di Altamura, dove gli Esuli dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia arrivarono a partire dal 1951 e che oggi è abbandonato alle intemperie e all'oblio: resta in piedi l'ex Palazzina di Comando (adibita a scuola elementare per i piccoli Esuli) e solo una minima parte (circa 4) dei 60 capannoni (utilizzati come dormitori) che un tempo sorgevano su quella zona...
Il Centro Raccolta Profughi di Laterina
di Elio Varutti - 27/03/2020
Fonte: http://eliovarutti.blogspot.com/2020/03/lesodo-da-rovigno-laterina-di-riccardo.html
Sono 4.695 i nominativi riportati nell’Elenco alfabetico profughi giuliani, custodito nell’Archivio del Comune di Laterina. La lista si apre col nome di Abba Lucia, che reca queste indicazioni: “n° 167 del fascicolo, data di eliminazione 4.6.1957; Comune di nuova residenza: Roma”. Si chiude con: “Zonca Silvana, n° 1428 del fascicolo, data di eliminazione non nota, irreperibile”. Certo, è una rubrica con poche indicazioni. Non si sanno, infatti, la data e il luogo di nascita, ma è assai utile a definire il numero di persone transitate per il CRP di...
L’esodo da Rovigno per il terrore titino
di Elio Varutti - 27/03/2020
Fonte:
La fuga da Rovigno scatta il 18 luglio del 1951 per Riccardo Simoni, di dieci anni e i suoi familiari; ecco il suo racconto. “Da Zara, da Fiume e, nel 1947, da Pola l'esodo è rapido e spesso drammatico così come da molte cittadine all'interno dell'Istria – spiega Simoni – A Rovigno, prima del 1951 vediamo arrivare studenti italofoni di Pisino per la chiusura del loro Liceo italiano. Ma Rovigno era ancora una città compattamente italiana, e italiane erano le scuole sino alle superiori. La maggioranza di noi non conosceva il croato. Con le seconde Opzioni del 1951 Rovigno vede rapidamente scomparire la maggioranza della popolazione...
Esuli in terra apuana
Matteo Marchini, Esuli in terra apuana. L'esodo giuliano-dalmata e i Centri Raccolta Profughi, Eclettica, Massa 2019, 107 pp.
Il presente lavoro è stato suddiviso in tre capitoli e attraversa un arco temporale che va dal 1918 fino al 1960, in relazione a quelle
che furono le premesse storiche e le fasi salienti della questione giuliano-dalmata e istriana. La prima parte dello studio non ha potuto prescindere da un’analisi delle specificità storiche del periodo preso in considerazione e delle relative vicende politiche nazionali e internazionali: dal Trattato di Versailles del 1919, dopo la Prima Guerra Mondiale, all’avvento del fascismo con il conseguente varo delle...
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