Osimo, un Trattato che fa ancora discutere
Polemiche, contestazioni, silenzi, disinteresse e reticenze: il Trattato di Osimo, stipulato nella cittadina marchigiana il 10 novembre 1975, ha segnato una pagina controversa nella storia del confine orientale italiano. Di fronte a storici, osservatori e politici che lo hanno giudicato un capolavoro nella realizzazione di una Ostpolitik italiana nel bel mezzo della Guerra Fredda finalizzata a perfezionare i già buoni rapporti con la Jugoslavia comunista, il Trattato di Osimo è stato da subito avversato dagli esuli istriani, fiumani e dalmati, laddove in Parlamento l’unica vana opposizione provenne dal Movimento Sociale Italiano. Se all’epoca l’accordo bilaterale italo-jugoslavo...
Cent’anni fa iniziava il viaggio del Milite Ignoto verso il Vittoriano
A legger le cronache, sembra quasi di calarsi in un altro mondo: «la Commissione esplorò attentamente tutti i luoghi nei quali si era combattuto e fu scelta una salma per ognuna delle seguenti zone: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare. Le undici salme ebbero ricovero, in un primo tempo, a Gorizia, di dove furono poi trasportate nella Basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921. Quivi si procedette alla scelta della salma destinata al glorioso riposo sull’Altare della Patria. La scelta fu fatta da una popolana, Maria Bergamas di Trieste, il cui figlio Antonio aveva disertato dall’esercito...
Noi esuli, progetto multimediale di CDM e Anvgd
La rassegna stampa di come il quotidiano triestino "Il Piccolo" affrontò la catastrofe dell'Esodo giuliano-dalmata, in una fase storica in cui il destino del capoluogo giuliano era ancora incerto.
Immagini dagli archivi del Centro di Documentazione Multimediale della Cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata (CDM) e documentari dell'Istituto Luce.
Testimonianze raccolte intervistando chi visse la catastrofe che sradicò da Istria, Carnaro e Dalmazia il 90% della comunità italiana autoctona che viveva in quelle terre da secoli.
La storia raccontata attraverso i podcast di come lo sport abbia rappresentati il riscatto per tanti atleti provenienti da quelle...
Fiume, la città di vita cento anni dopo
Il 24 maggio 1915 il Regno d'Italia entrava nella Prima Guerra Mondiale con una serie di rivendicazioni territoriali stabilite dal Patto di Londra riguardanti il Trentino, la Venezia Giulia e la Dalmazia. Fiume avrebbe dovuto costituire il residuo sbocco all'Adriatico di un Impero austro-ungarico ridimensionato e privato di Trieste, il suo principale scalo marittimo. L'irrompere sulla scena politica del principio di autodeterminazione dei popoli, l'implosione della duplice monarchia e la nascita del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, le rivendicazioni di italianità da parte di Andrea Ossoinack (ultimo rappresentante del capoluogo del Carnaro al Parlamento di Budapest) e del Consiglio...
Il 25 aprile non fu una liberazione per tutti gli Italiani
Nel giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia scatenava l’insurrezione a Milano e nelle altre principali città ormai abbandonate dai tedeschi in ritirata, all’estremo nord-est la situazione era ben diversa. Le truppe anglo-americane erano lontane dalla Venezia Giulia poiché, una volta sfondata la Linea Gotica, la priorità era raggiungere il Brennero e da lì arrivare rapidamente in Baviera, ove si temeva che si sarebbe concentrata l’ultima disperata resistenza germanica.
Marciava invece a tappe forzate l’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia, interessato più a raggiungere Trieste, Gorizia, Pola e Fiume che a riprendere il controllo di città...
La città di vita cento anni dopo
Davide Rossi (a cura di), La città di vita cento anni dopo. Fiume, d'Annunzio e il lungo Novecento adriatico, Wolters Kluwer - Cedam, Padova 2020, 460 pp.
Questo volume condensa le relazioni di un convegno organizzato da Coordinamento Adriatico APS grazie ad un contributo della L. 72/2001, inizialmente pensato a Fiume, quindi realizzato a Gorizia, il 27 e 28 giugno 2019, intitolato Il lungo Novecento. La questione adriatica a Fiume tra le due conferenze di Pace di Parigi 1919 – 1947, in cui è emersa la centralità della città quarnerina nel XX secolo, quale ponte tra oriente ed occidente, anelito del nazionalismo italiano, cui faceva sponda un forte spirito autonomistico locale,...
4 Novembre, una vittoria di popolo che oggi l’Italia mutila
di Davide Rossi e Lorenzo Salimbeni - 04/11/2020
Fonte: l'Adige
Il 4 novembre 1918 entrò in vigore l’armistizio firmato il giorno precedente a Villa Giusti tra l’Italia e l’Austria-Ungheria con cui si compiva “l’opera con tanto eroismo iniziata dai nostri padri”, come aveva annunciato il 24 maggio 1915 Vittorio Emanuele III di Savoia al momento dell’entrata in quella che i contemporanei chiamarono Grande Guerra, ma che per gli italiani fu la Quarta Guerra d’Indipendenza.
Si trattò di un conflitto che coronò gli auspici dell’irredentismo, movimento politico e culturale nato nel 1877 tra i triestini, istriani e trentini convenuti a Napoli per i funerali del...
Il ritorno dell’Italia a Trieste (ma non in Istria)
di Lorenzo Salimbeni e Davide Rossi
Fonte: l'Adige - 26/10/2020
La celeberrima definizione che Winston Churchill dette nel 1946 della Cortina di Ferro ne fissava gli estremi a Stettino sul Baltico e a Trieste sull’Adriatico. Trieste era insorta non il 25 aprile 1945, bensì il 30, grazie ad un Comitato di Liberazione Nazionale che aveva dovuto fronteggiare non solo la repressione nazista, ma anche le delazioni e la volontà di condurre una resistenza parallela da parte dei partigiani comunisti, sia italiani sia sloveni e croati, i quali auspicavano l’annessione alla nascente Jugoslavia titoista delle terre conquistate dall’Italia a costo di immani sacrifici durante la Prima...
13 luglio a Trieste: una data importante, ma ancora tante questioni da risolvere
Nell’ambito del Consiglio nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia riunitosi martedì 30 giugno in videoconferenza, in maniera tale da consentire ai consiglieri provenienti da tutta Italia di partecipare nel rispetto delle vigenti disposizioni sanitarie, è stato fra l’altro approvato un documento inerente l’imminente visita congiunta del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del suo omologo sloveno Borut Pahor a Trieste.
Dopo aver focalizzato in precedenti comunicazioni l’attenzione sulla visita dei due Capi di Stato al Monumento Nazionale della Foiba di Basovizza, l’A.N.V.G.D. ha inteso fare propria una lettera aperta diffusa da Davide...
Il confine orientale e il voto del 2 giugno 1946
In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, riproponiamo questo articolo del Prof. Davide Rossi (vicepresidente di Coordinamento Adriatico APS) inerente la mancata partecipazione al referendum istituzionale ed alle contestuali elezioni per l'assemblea costituente dei giuliani, fiumani e zaratini.
La Repubblica mutilata. Trieste e il voto del 2 giugno 1946: una vicenda sconosciuta
di Davide Rossi - 03/06/2016 - Fonte: Ilgiornale OFF
Pochi sanno che le prime elezioni italiane a suffragio universale, con voto diretto, libero e segreto avvengono con una distorsione territoriale non priva di conseguenze: è il 2 giugno del 1946 – esattamente settant’anni or sono – e, seppur...
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