Guido Brunner, eroe irredentista triestino
Il 24 maggio 1915 l'Italia, dopo aver denunciato la Triplice Alleanza stipulata nel 1882 con Germania ed Austria-Ungheria e più volte rinnovata ed aver ottenuto dalla Triplice Intesa con il Patto di Londra ampie assicurazioni in merito alle proprie rivendicazioni, dichiarò guerra all'Impero austro-ungarico per completare l'opera di riunificazione nazionale rimasta interrotta dopo le tre Guerre d'Indipendenza d'epoca risorgimentale.
Da quasi un anno era scoppiata quella che i contemporanei avevano chiamato la Grande Guerra e dai territori asburgici erano esfiltrati centinaia di italiani sudditi di Vienna, che non intendevano combattere nell'imperialregio esercito, bensì auspicavano...
Dall’Isonzo al Piave. Lettere clandestine di un corrispondente di guerra
Primo giornalista del Regno d’Italia a sbarcare nella Trieste redenta dal cacciatorpediniere Audace il 3 novembre 1918, Rino Alessi (già direttore del “Giornale del mattino” di Bologna) si arruolò volontario nel genio allo scoppio della guerra nel 1915, inviando una serie di articoli dal fronte a “Il Secolo” di Milano, diretto da Giuseppe Pontremoli. Su proposta del generale Porro Della Bicocca, sottocapo di Stato Maggiore con Cadorna, Alessi fu chiamato nell’aprile 1916 all’ufficio stampa accreditato presso il Comando Supremo. Mentre le sue lettere continuavano ad apparire sul “Secolo”, sul “Messaggero” di Roma e sul “Giornale del mattino” di Bologna,...
Prima di Redipuglia: il cimitero del colle Sant’Elia
Il Cimitero degli Invitti della Terza Armata sul colle S. Elia venne consacrato il 24 maggio 1923 alla presenza delle più alte cariche del Regno, delle più importanti autorità militari e di una smisurata folla di reduci. Esso, di fatto, costituiva la risposta italiana all’indifferibile necessità di assegnare una prima degna sepoltura ai caduti, nel caso specifico alle decine di migliaia di combattenti della Terza Armata morti sul Carso che, a fine conflitto, appariva come un infinito cimitero campale.
Eccezionale dal punto di vista concettuale, sconvolgente per impatto, originalissima nella sua forma, potentemente evocativa del campo di battaglia carsico, grandiosa sia...
Lustig Piacezzi, medico triestino che combattè la guerra chimica
Qual era il profilo ‘tipo’ di un medico della Trieste ottocentesca? Assumendo come riferimento temporale il periodo dal 1860 in poi, il medico triestino proveniva da una famiglia medio-borghese; spesso con origini ebraiche, ma di convinzioni laiche, acculturata alle ultime novità scientifiche.
La formazione avveniva dapprima a Trieste, a stretto contatto con una cultura umanistica che guardava all’Italia, affiancata però a un insegnamento in lingua tedesca per le materie scientifiche.
Lo studente aspirante medico si faceva poi le ossa all’Università di Vienna; o in minor misura di Graz o Praga; ed era negli impetuosi anni universitari che lo studente acquisiva – spesso,...
Ghiaccio e sangue: gli Alpini sugli Altipiani
L’inverno tra il 1916 e 1917 è quello più difficile. A tutti, dai comandi agli uomini al fronte, è ormai chiaro che la guerra sarà lunga, logorante e senza svolte significative. Lungo la linea che divide Regno d’Italia e Impero degli Asburgo, dall’Adamello fino al Carso e all’Isonzo, gli eserciti si fronteggiano a colpi di assalti frontali. Ma in alcuni punti di questo lungo fronte i soldati devono combattere anche contro le avversità della natura. Uno dei punti più sensibili è l’Altipiano di Asiago.
La battaglia degli Altipiani
L’entrata in guerra dell’Italia contro gli Imperi centrali viene “salutata” proprio dall’altipiano veneto con un colpo di mortaio da...
L’uomo che unisce senza dividere: ecco chi era il Milite Ignoto
Non era un re né un eroe nazionale: ma tutti gli italiani lo ricordano senza divisioni o partigianerie
l Centenario del Milite Ignoto ci ricorda quell’uomo al quale, ininterrottamente, tutti gli Italiani tributano omaggio, senza divisioni o partigianerie. Non è un eroe nazionale, non un grande generale, né un Re, nemmeno un Presidente della Repubblica. Forse era un umile contadino del Meridione, o un montanaro del Piemonte, o un pescatore della Riviera adriatica… Vi è anche una possibilità su 200.000 - tanti furono i corpi non identificati al termine della Grande Guerra - che si possa trattare proprio di quel sottotenente irredentista figlio di Maria Bergamas. Non lo sapremo...
103 anni fa l’affondamento della Viribus Unitis a Pola
A Pola, una delle più memorabili imprese, ai danni dell'Impero Austro-Ungarico, ad opera dei precursori delle forze speciali della Marina italiana
In una notte senza Luna, fra il 31 ottobre e il 1 novembre 1918, si compie una delle più memorabili imprese ad opera dei precursori delle Forze Speciali della Marina.
In quella fase del primo conflitto mondiale la Marina Austro Ungarica, evitando lo scontro frontale, preferisce mantenere le proprie unità maggiori al sicuro nella ben difesa base di Pola. La Marina italiana mette quindi a punto un ardimentoso piano per colpire le navi nemiche direttamente nei loro porti, impegnandosi nello sviluppo di Unità insidiose quali,...
I verbali del Consiglio Nazionale Italiano di Fiume (1918-1920)
In una delle ultime sedute del Parlamento di Budapest nelle tumultuose settimane che nell'autunno 1918 portarono all'implosione dell'Impero austro-ungarico (proclama imperiale di riforma in senso federale della porzione austriaca dell'Impero, crollo del fronte del Piave e di Salonicco, rivolte sociali e nazionali) il rappresentante di Fiume Andrea Ossoinack si appellò al wilsoniano principio di autodeterminazione dei popoli per il capoluogo del Carnaro, la cui italianità andava riconosciuta e rispettata.
Il 29 ottobre si autoproclamava lo Stato degli sloveni, croati e serbi, che raccoglieva queste componenti presenti all'interno della compagine imperiale asburgica: nessuno Stato...
Cent’anni fa iniziava il viaggio del Milite Ignoto verso il Vittoriano
A legger le cronache, sembra quasi di calarsi in un altro mondo: «la Commissione esplorò attentamente tutti i luoghi nei quali si era combattuto e fu scelta una salma per ognuna delle seguenti zone: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele, tratto da Castagnevizza al mare. Le undici salme ebbero ricovero, in un primo tempo, a Gorizia, di dove furono poi trasportate nella Basilica di Aquileia il 28 ottobre 1921. Quivi si procedette alla scelta della salma destinata al glorioso riposo sull’Altare della Patria. La scelta fu fatta da una popolana, Maria Bergamas di Trieste, il cui figlio Antonio aveva disertato dall’esercito...
Ignoto Militi, le donne raccontano il Figlio d’Italia
In occasione del centenario della tumulazione, all'Altare della Patria a Roma, della Salma del Milite Ignoto, Idrovolante edizioni pubblica un libro molto particolare.
Intitolato “Ignoto Militi”, si tratta di una raccolta di scritti tutti firmati da autrici donne. “Perché se il Soldato Ignoto è un figlio d’Italia – si legge nella quarta di copertina – le donne ne sono le fidanzate, le mogli, le figlie, le mamme. Mamme come Maria Bergamas, che alla Patria donò la vita di suo figlio Antonio e che fu incaricata di scegliere, tra undici bare di caduti senza nome, quella che è stata portata al Vittoriano, a Roma. E che è ancora lì, a simboleggiare l'eternità del sacrificio di...