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Trieste, bollo non più necessario per i rimborsi agli esuli

Per presentare domanda di indennizzo da parte del governo della Slovenia non servirà più acquistare la marca da 16 euro. Verdetto ufficiale del Fisco.

Le domande di rimborso inviate dagli esuli, o dai loro eredi, al governo di Lubiana a titolo di risarcimento per i danni subiti durante la guerra, non dovranno più essere accompagnate dalla marca da bollo da 16 euro.

La garanzia, attesa da migliaia di persone a Trieste e non solo, è arrivata dall’interpretazione “blindata” di una legge italiana, la numero 593 del 1981, ma anche da una risposta più che autorevole partita da Roma: quella del direttore centrale aggiunto della Direzione centrale normativa dell’Agenzia delle entrate, Giovanni Spalletta, interpellato a tal proposito nelle settimane scorse dalla famiglia triestina Clarich, costretta dopo la seconda Guerra mondiale a fuggire dalla propria casa in Istria.
Il quesito dei Clarich, rivolto in prima battuta alla Direzione regionale del Friuli Venezia Giulia, che ha sede a Trieste, prendeva le mosse da alcuni precedenti. La famiglia aveva infatti saputo da alcuni parenti “approdati” dopo il conflitto in altre parti d’Italia, che in Comuni italiani come Bari e Vicenza non viene richiesto alcun bollo per presentare domanda di indennizzo.

Di lì la decisione di vederci chiaro, rivolgendosi appunto ai vertici del Fisco. Per l’Agenzia delle Entrate la legge numero 583 parla chiaro: «Prevede che i documenti giustificativi e gli atti delle procedure di liquidazione degli indennizzi e dei contributi per danni di guerra, gli atti e i contratti aventi per oggetto tali provvidenze, sono esenti dalle imposte di bollo».
«Sono quattromila le richieste inviate dai componenti della nostra associazione per ricevere gli indennizzi – ha sottolineato Manuele Braico, presidente dell’Associazione delle comunità istriane -, alcune delle quali sono state spedite già nel 2014. Per il momento un terzo è stato liquidato».

Tra i beneficiari della legge slovena sugli indennizzi anche migliaia di esuli italiani. Erogati importi tra 146 e 8.300 euro
A ciascuna di queste pratiche sono stati allegati dei documenti, come il certificato di cittadinanza, quello delle vicende domiciliari e altri. Facendo i conti dunque si scopre che avendo ciascun fascicolo circa tre marche da bollo, come tre sono in media i componenti di una famiglia, il risarcimento per questa spesa equivarrebbe «a circa 200-250 mila euro», ha specificato Braico.
Una media dunque di spesa per famiglia «di circa 60 euro» ha aggiunto Lorenzo Clarich, che ieri ha spiegato nel dettaglio l’epistolario tra l’Agenzia delle entrate e la sua famiglia.

Non dimenticando la prima risposta ottenuta invece dalla Prefettura, che in origine aveva risposto «che il beneficio della 593 si applicava solo agli indennizzi previsti dalle norme specifiche dell’immediato dopo guerra».
«Io porterò questa risposta ufficiale a tutte le mie associazioni per informare i nostri aderenti – ha sottolineato Braico -. Intanto aspettiamo delle risposte dagli undici punti che ancora abbiamo sul tavolo con il governo – ha concluso Braico – perché per noi gli esuli non esistono solo il 10 febbraio ma tutto l’anno».

Il Piccolo, 2 ottobre 2016