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La svolta di Trieste: il ricordo solenne della fine dell’occupazione rossa

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i titini occuparono Trieste. Un incubo durato 40 giorni, culminato nelle foibe

di Fausto Biloslavo – 28/05/2020 – Fonte: Il Giornale

Trieste la definitiva liberazione dagli orrori della Seconda guerra mondiale non è arrivata il 25 aprile, ma il 12 giugno 1945 dopo 40 giorni di occupazione del capoluogo giuliano delle truppe di Tito.

E adesso questa data è diventata ricorrenza ufficiale grazie ad una proposta del sindaco Roberto Dipiazza. Il 12 giugno Trieste ricorderà solennemente “la giornata della liberazione della città dall’occupazione yugoslava”. Berlino celebra la caduta del muro, ma il capoluogo giuliano è la prima città dell’allora mondo libero che celebrerà la fine, per fortuna breve, di un’occupazione comunista. Nella delibera approvata il 26 maggio si legge che “il 12 giugno, con l’uscita di scena delle truppe jugoslave e della loro polizia politica (Ozna) cessarono anche quegli arresti e quelle deportazioni funzionali al piano di preventiva bonifica del territorio messo in atto per rendere in maniera definitiva Trieste parte integrante della Jugoslavia comunista e il cui risultato furono migliaia di morti e scomparsi in tutto il territorio giuliano”.

Il primo maggio del 1945 i partigiani del IX Corpus titino entravano a Trieste proclamandone l’annessione. I famigerati 40 giorni furono contrassegnati da arresti arbitrari e sparizioni non solo di sospetti fascisti, ma anche di italiani che non avevano fatto del male a una mosca e membri della resistenza non allineati con i nuovi padroni comunisti. I prelevati e deportati non tornarono più a casa inghiottiti nelle foibe. Non a caso la delibera approvata dalla giunta comunale ricorda “che la terribile occupazione jugoslava, proprio a causa del suo carattere violento venne citata anche nella motivazione della concessione della medaglia d’oro al Valor militare della città di Trieste, nel seguente significativo passaggio: “Sottoposta a durissima occupazione straniera subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria”. Dopo il 12 giugno arriveranno in città gli alleati, che con il generale Harold Alexander avevano convinto Tito a ritirare le sue truppe.

Trieste è la “capitale” morale degli esuli istriani, fiumani e dalmati costretti ad abbandonare tutto dalle violenze dei partigiani titini e dall’imposizione del regime comunista. La Lega nazionale dal 1990 e l’Unione degli istriani in seguito ricordano ogni anno la “liberazione” del 12 giugno. In occasione del 70esimo anniversario è stato eretto un monumento, ma ora il ricordo della fine dell’occupazione con la stella rossa di una città che poi ha vissuto sul confine del mondo libero è ufficiale e solenne.

“La storia viene scritta dai vincitori, ma ho sempre provato tanta amarezza per l’oblio calato sulle violenze subite dai vinti dall’intoccabile Tito – spiega al Giornale.it il sindaco Dipiazza – In piazza Unità d’Italia, davanti al municipio, il primo maggio c’è ancora chi festeggia facendo sventolare le bandiere jugoslave con la stella rossa. Allora lasciatemi sventolare la bandiera italiana il 12 giugno per commemorare la giornata della liberazione di Trieste dalle truppe di Tito e dal comunismo”.