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July 16th, 2024
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Giuseppe Pino Vuxani Zara

Un ricordo di Giuseppe – Pino Vuxani

Ci ha lasciato uno Zaratino orgoglioso. Con lui scompare l’ultimo discendente dei Vuxani, patrioti della Comunità albanese di Borgo Erizzo, frazione del Comune di Zara che porta il nome del Provveditore della Repubblica di Venezia, Nicolò Erizzo, che nel 1726 accolse e destinò in quel luogo un gruppo di famiglie cattoliche albanesi fuggite per sottrarsi all’occupazione ottomana. A Zara, prima dello scoppio della Grande Guerra, casa Vuxani fu un importante riferimento, sede del Partito autonomista (il partito filo-italiano), della Lega Nazionale, della Società dei Bersaglieri e dell’Associazione Italo-Albanese.

Giuseppe – Pino Vuxani ( Zara 23.02.1926 – Trieste 16.12.2021) nel 1944 si diploma al Liceo classico “Gabriele D’Annunzio” di Zara. Con l’entrata in città dei partigiani jugoslavi il 31 ottobre 1944 avviene il massacro degli italiani. In spregio al diritto internazionale è decisa la mobilitazione forzata dei giovani zaratini, in particolare dei figli degli arrestati e degli uccisi, destinati ai battaglioni di sminatori o alle brigate d’assalto. Pino è mobilitato in una brigata d’assalto.

Il padre Giacomo, segretario di quattro sodalizi patriottici, fu reggente della Prefettura di Zara e Commissario al Comune, l’ultima autorità italiana quando Zara fu occupata dalle truppe jugoslave il 31 ottobre 1944. Arrestato, processato e condannato a morte, fu infine liberato e riconsegnato alla famiglia.

Il fratello Giorgio, ufficiale pluridecorato “per merito di guerra”, raggiunse il grado di Generale di Corpo d’Armata e fu a lungo comandante del Distretto Militare di Trieste.

Il padre Giacomo rientrò in Italia nel 1948 portando con sé, con grave rischio, la bandiera di Zara, cucita dentro un cuscino. La bandiera fu consegnata al Libero Comune di Zara nel 1965 da Giuseppe e Giorgio Vuxani in una solenne cerimonia in occasione del 12° Raduno dei Dalmati di Ancona. Oggi il gonfalone si trova a Roma al Museo delle Medaglie d’Oro. In ricordo dei più di duemila Caduti della città, attende che gli venga finalmente appuntata quella Medaglia d’Oro al Valor Militare, mai consegnata, che nel 2001 le fu concessa dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Nel 1948 anche “Pino” raggiunge esule la penisola, con la famiglia sono nel campo profughi di Marina di Massa. Nel 1952 si laurea a pieni voti in Giurisprudenza all’Università di Ferrara. Nel 1954 consegue l’abilitazione alla professione di Procuratore legale e quando nell’ottobre del 1954 Trieste ritorna all’Italia, si trasferisce nella città redenta. Vincitore di concorso della categoria direttiva, nel 1955 viene assunto all’INPS, dove raggiunge la qualifica di Dirigente superiore e la reggenza della Sede di Trieste.

Nel 1997 è tra i fondatori del periodico Il Dalmata, giornale fondato a Zara nel 1866 e soppresso dall’Austria nel 1916, rifondato dagli Esuli per dare voce ai Dalmati dispersi nel mondo.

Nell’ambito delle Associazioni triestine degli Esuli ricopre vari incarichi, tra i quali Vicepresidente del Circolo dalmatico “Jadera”, Segretario della Sezione dalmata della Lega Nazionale, membro del Consiglio direttivo del Comitato di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, membro della Consulta culturale dell’Istituto Regionale per la Cultura istriana, fiumana e dalmata.

E’ membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Volontari della Libertà di Trieste e del Consiglio dell’Associazione Famiglie e Congiunti dei Deportati Italiani in Jugoslavia, Scomparsi o Uccisi.

Dal 2003 al 2015 è Presidente della Federazione di Trieste dell’Istituto del Nastro Azzurro fra decorati al Valor Militare e dal 2009 al 2014 Consigliere Nazionale del medesimo Istituto.

Preziosi i suoi articoli pubblicati nella rivista dell’I.R.C.I. “Tempi & Cultura” e nella rivista “Il Nastro Azzurro” edita dall’omonimo Istituto.

Dal sorriso contagioso, era persona onesta e gentile, sempre felice di incontrare gli amici, non mancava “de ciacolar” con la sua pacata “calada” zaratina. Dai Dalmati un ultimo, commosso saluto.

Alla moglie Anna Maria e alla figlia Gabriella le più sentite condoglianze.