Una città scolpita nelle pietre del suo duomo
“Fare la storia del Duomo, significa rievocare le vicende ora prospere ed ora avverse della città. È stato costruito forse tre secoli dopo il castello e l’insediamento della prima popolazione e porta incise nelle sue pietre e nella sua tormentata architettura le date fondamentali della sua esistenza e delle continue trasformazioni subite. Pisino non è antica come le altre consorelle istriane. È nata per un bisogno di difesa dalle incursioni di altri popoli, che premevano dai monti verso l’Adriatico ed è rimasta sempre fedele a questa sua vocazione”, scriveva quasi quarant’anni fa Nerina Feresini (1912-2007), pisinese doc, una professoressa che insegnò in diverse scuole a Pisino, Zamasco, Sarezzo, Parenzo e Rovigno, prima di lasciare l’Istria, come esule a Trieste, nel 1947. Nerina Feresini ci ha lasciato numerosi saggi sulla sua terra d’origine, tra cui “Scuole e scolari di Pisino sotto l’Austria” (1970), “La Foiba di Pisino” (1972), “La Società filarmonica di Pisino dalla fondazione all’inizio della Prima guerra mondiale” (1974), “La Società Alpina dell’Istria 1876-1885” (1976), “Il Duomo di Pisino (con Gabriella Gabrielli Pross e Fabrizio Pietropoli, 1978) e “Quel terribile settembre 1943: un capitolo tragico della storia di Pisino” (1993), tutti editi dalla Famiglia Pisinota di Trieste, nonché “Pisino. Una città un millennio. 893-1983” (1983) e “Il Teatro di Pisino” (1986), con la Manfrini di Calliano (Trento) e “Il Comune istro-romeno di Valdarsa”, per le Edizioni Italo Svevo (Trieste, 1996).
Collaborazioni importanti Due anni fa, dalla collaborazione tra la Famiglia Pisinota, la Comunità degli Italiani di Pisino, la nostra casa editrice EDIT di Fiume e l’Università Popolare Aperta di Pisino, era nata la versione bilingue italo-croata del suo saggio “La Foiba di Pisino”. Ora è uscito dalle stampe, sempre in edizione bilingue italo-croata, con testo a fronte e corredo iconografico originario, il volume “Il Duomo di Pisino”, di Nerina Feresini, Gabriella Gabrielli Pross e Fabrizio Pietropoli; circa 160 pagine (tradotte in croato da Morana Čale), a cura della CI di Pisino, della Famiglia Pisinota, dell’EDIT (per la parte grafica) e con il contributo finanziario del ministero degli Affari Esteri italiano (attingendo ai fondi cosiddetti perenti, legge 19/91). Il libro, che riporta in copertina l’immagine del patrono, San Nicolò (particolare sull’altare maggiore), è stato presentato sabato sera nella sede della CI istriana, introdotto dalla “padrona di casa”, la presidente Graziella Paulović, da Maria Gliselli, a nome della Famiglia Pisinota, e da Tullio Vorano, critico d’arte e direttore del Museo Civico di Albona, che ha ripercorso i contenuti dell’opera, soffermandosi sugli aspetti più interessanti di questa chiesa i cui affreschi e oli hanno colori davvero brillanti, di intensa luminosità.
Sala gremita in ogni ordine di posti L’atmosfera era quella delle grandi occasioni, con una sala gremitissima di connazionali, di pisinesi italiani e croati, di esponenti di associazioni giunte da Trieste e da tutta la penisola, di ospiti. Tra questi, il console generale d’Italia a Fiume, Renato Cianfarani, le vicepresidenti della Regione Istriana, Viviana Benussi e Giuseppina Rajko, l’assessore regionale alla Cultura, Vladimir Torbica, il vicepresidente dell’Università Popolare di Trieste, Manuele Braico, la responsabile del Settore Coordinamento e attività delle CI della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Rosanna Bernè, il parroco Mladen Matika, Paolo Penso, in rappresentanza della Famiglia Pisinota e Nicolò Sponza del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, nonché Teobaldo Giovanni Rossi, presidente della Camera di Commercio Istro-Veneta. Apprezzatissimi gli interventi del Coro misto della città, “Roženice”, diretto dal Mo. Ines Kovačić Drndić, che ha esordito con il verdiano “Va, pensiero” (dal “Nabucco”), per poi proporre diversi canti sacri e popolari, concludendo con la celebre “Con te partirò”, interpretata da Andrea Bocelli al Festival di Sanremo 1995.
Il Duomo di Pisino – Župna crkva u Pazinu “Il volume è la prima edizione bilingue italiano-croata che arricchisce quella del 1978 pubblicata solo in italiano dalla Famiglia Pisinota. Con questo libro vogliamo rendere un ulteriore omaggio ai suoi autori, allargando la fascia di lettori a quelli di lingua croata”, spiega Graziella Paulović. E si tratta di un libro, come rileva Maria Gliselli, che nasce soprattutto dall’amore di una ricercatrice e studiosa, infaticabile “topo di archivi pubblici e privati”, che ha coinvolto nell’operazione diversi esperti per affrontare la materia sotto tutti gli aspetti rilevanti, per decifrare e far parlare gli antichi segni “e così un’onorata storia non sia più coperta dall’oblio”, come ebbe modo di annotare l’arcivescovo Antonio Santin il 1.mo novembre 1978. Così Gabriella Gabrieli Pross si è occupata dell’architettura e dei mutamenti strutturali (leggi spesso deturpazioni) dei quali questa è stata oggetto nel corso dei secoli, Fabrizio Pietropoli degli affreschi e delle tele, mentre Nerina Feresini ha recuperato le vicende della cimiteriale del borgo, con le tombe delle famiglie e le varie epigrafi, e ha ricostruito la vicenda della Prepositura di Pisino, riportando i nomi dei vari prepositi.
Coloro che ci hanno preceduto Particolarmente significativa, alla luce della scomparsa dei vecchi pisinesi e delle lapidi cimiteriali con i loro nomi, sostituiti da quelli dei nuovi venuti, l’elencazione di coloro “che ci hanno preceduto”, cognomi familiari, italiani. Il tutto in sintonia con il credo di Feresini, ossia non dimenticare per non perdere il patrimonio degli avi, ma anche per mantenere in vita, ora che non è più così, l’immagine di com’era una volta Pisino. Le immagini sono quelle scattate 36 anni fa da Renato Penso. Sotto questa dimensione, il libro potrà risultare utile strumento per chi un giorno si deciderà di restaurare il Duomo (e sappiamo che la Regione Istriana ha intrapreso diversi interventi in varie chiese del territorio).
La strada da seguire in futuro Esaurita la prima edizione, “Il Duomo di Pisino” non ha perso attualità con il tempo, anzi, eventualmente ne ha acquisita una nuova, grazie alla sua ineccepibile impostazione scientifica. Il suo valore è perlomeno triplice, storico, artistico e religioso. E non solo. È stato promosso e scritto da un’esule (con altri autori), pubblicato da un’associazione di esuli aderente all’Unione degli Istriani – Libera provincia dell’Istria in esilio, con fondi della Farnesina, in un’edizione anche in croato, da un’associazione di “rimasti” e dalla casa editrice di questi ultimi a Fiume, salutato con entusiasmo dal pubblico e dalle autorità locali (lo testimonia la partecipazione alla serata di sabato). “Da parte nostra confermo la disponibilità a realizzare altri volumi, con l’auspicio che si possa continuare a fornire anche ai cittadini croati un modo per avvicinarsi a una storia che è ricchezza di tutti noi”, ha commentato al termine della serata Paolo Penso, della Famiglia Pisinota. È forse proprio questa la strada da seguire anche in futuro?
Ilaria Rocchi, «La Voce del Popolo», 10/11/14