Una memoria corta e divisiva contro il Giorno del Ricordo
Replica ulteriore al Prof. Tomaso Montanari, contrario alla l. 92/2004, istitutiva del Giorno del Ricordo e a favore della quale votò a favore lo stesso Senatore della minoranza slovena Miloš Budin, eletto nelle file dei DS.
A tutti coloro che vorrebbero abolire il Giorno del Ricordo, con il prof. Montanari in testa, vanno sempre ricordati i dati delle votazioni espressi alla Camera: su 521 deputati presenti, favorevoli 502, contrari 14, astenuti 4. Votarono favorevolmente i gruppi politici Alleanza Nazionale, Democratici di Sinistra DS, Forza Italia, Lega Nord, Margherita, Unione di Centro UDC, Gruppo Misto. Contrari alla legge Rifondazione comunista e Comunisti Italiani. Molto importante per i rappresentanti della ‘memoria corta’, che parlano a sproposito di legge “fascista” e complottista, la dichiarazione del Senatore della minoranza slovena Miloš Budin al Senato; cito testuale:
«Il merito del disegno della legge è quello di rendere patrimonio comune di tutto il Paese e quindi rendere MEMORIA CONDIVISA NON PIÙ STRUMENTALIZZABILE AI FINI POLITICI una drammatica vicenda storica. Si tratta di un ATTO DOVEROSO PER LA SINISTRA, che per molto anni ha mantenuto un atteggiamento giustificazionista e reticente, NASCONDENSI DIETRO LE VIOLENZE COMPIUTE DAL FASCISMO»
I giuliano-dalmati non possono che condividere le parole di Budin e ringraziarlo per il suo voto espresso a favore. Le associazioni degli esuli giuliano-dalmati celebrano la l. 92/2004 con estrema dignità e con la consapevolezza di compiere un atto di civiltà, di giustizia tardiva e di democrazia.
Una legge, come disse il Presidente della Repubblica Mattarella nel 2016, – è un’occasione per arrivare a una storia condivisa, per rafforzare la coscienza del nostro popolo e per contribuire alla costruzione di una identità europea consapevole di tutte le tragedie del passato –
Dunque se per oltre 60 anni la storia delle sofferenze del popolo giuliano dalmata sono state censurate nei manuali di storia scolastici ci saranno pur delle ragioni, ed è su queste omissioni e censure che i contrari a una legge di grande civiltà e identitaria come Il Giorno del Ricordo dovrebbero riflettere, fare mea culpa e non avanzare ipotesi non documentabili di complotti e revisionismi reazionari. Non è così che si costruisce un clima costruttivo, ma ricordando e sostenendo apertamente una legge bipartisan che gli esiti delle votazioni parlamentari stanno a comprovare.
Marino Micich
Direttore Archivio Museo storico di Fiume