Professione: Scienziato
Luogo: Dalmazia
Autore: Prof. Antonio Fares
Ruggero Giuseppe Boscovich ( Ragusa, 18 maggio 1711 - Milano, 13 febbraio 1787) fu il più grande scienziato dalmata di tutti i tempi.
Nacque a Ragusa il 18 maggio 1711, dove si formò culturalmente. Nel 1726 entrò nell'ordine dei gesuiti ed alcuni anni più tardi fu ordinato sacerdote a Roma.
Genio poliedrico, si interessò di astronomia, matematica, fisica e geodesia; il suo animo sensibile non fu estraneo neanche alla poesia. Elegante nei modi e brillante di compagnia, evidenziò a volte un carattere spigoloso che non gli risparmiò dispiaceri e contrasti. Per la sua serietà personale e le competenze tecniche ebbe numerosi ed autorevoli incarichi diplomatici e scientifici che portò a termine con senso di giustizia e brillantezza.
Fu consultato sulla bonifica delle paludi Pontine, sulla stabilità della cupola di San Pietro a Roma e la guglia del Duomo a Milano. Fece numerosi viaggi a Parigi, Vienna, Londra e Costantinopoli ma, sentì sempre l'Italia "l'autentica dolce madre".
Tra il 1750 ed il 1753, su incarico di Benedetto XIV ed insieme a Cristoforo Maire, misurò l'arco di meridiano tra Roma e Rimini al fine di definire la figura della Terra ed ottenere dati certi per rettificare le carte dello Stato Pontificio.
Nel 1757 si recò a Vienna per sostenere i diritti della Repubblica di Lucca nei confronti del Granducato di Toscana sulla controversia del lago di Bientina.
Tra il 1764 ed il 1768 insegnò all'università di Pavia e successivamente nelle scuole Palatine di Milano. In questa città dette forse il meglio di se stesso, organizzando ed attrezzando definitivamente l'osservatorio astronomico di Brera, fondato dai gesuiti.
Effettuò numerose osservazioni e misurazioni che lo portarono a correggere gli errori diffusi nell'astronomia del tempo. Studiò fenomeni ottici e di fisica celeste.
Per il suo atteggiamento positivo, che consisteva nel dare preminenza all'osservazione diretta su astratte teorie meccanicistiche, è uno dei precursori del pensiero scientifico moderno e della teoria atomistica dell'universo.
Progettò in tutti i particolari, che la tecnica del tempo non fu in grado di realizzare, un cannocchiale ripieno d'acqua che fu messo a punto a Greenwich nel 1871 (84 anni dopo la sua morte!).
Nel 1773 lasciò Milano per Venezia e da qui si recò a Parigi dove fu direttore di ottica della marina francese per dieci anni. Nel 1783 tornò in Italia, a Bassano del Grappa, per sistemare i suoi ponderosi studi di ottica e di astronomia.
Nel 1785 si trasferì in Toscana e nell'ottobre dello stesso anno, su invito di amici e discepoli, si stabilì a Milano dove lo colse la morte il 13 febbraio 1787.
Fu autore assai prolifico e le sue opere furono redatte esclusivamente in latino, italiano e francese. Il suo amico Voltaire, con cui ebbe un'intensa corrispondenza, per rispetto gli scrisse sempre in italiano.
Tra i numerosi lavori ricordiamo: Theoria Philosophiae Naturalis redacta ad unicam legem virium in natura existentium, Vienna 1758; De Solis ac Lunae Defectibus (poema latino), Londra 1760; Opera pertinentia ad Opticam et Astronomiam, Bassano del Grappa 1785.